Una grande fetta della popolazione più povera è esclusa dal Reddito di Cittadinanza (e, parallelamente, molti dei beneficiari del sussidio non sono poveri). Il motivo di questa distorsione? E’ spiegato in una studio statistico pubblicato dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani (Ocpi) dell’Università Cattolica e firmato da Andrea Gorga, Luca Gerotto e Giampaolo Galli.

Perché i poveri restano esclusi dal Reddito di Cittadinanza

Le cause principali di questo paradosso sarebbero da ricercare in alcuni limiti del RdC: le regole che sfavoriscono le domande degli stranieri e la penalizzazione delle famiglie numerose in primis.

Inoltre la ricerca riflette anche su un altro punto: il sussidio viene calcolato in misura identica su tutto il territorio nazionale. Ciò significa che non tiene conto del diverso costo della vita tra nord e sud ma anche tra grandi città e piccoli centri.

I numeri parlano chiaro: su un totale di circa 5 milioni di poveri stimati dall’Istituto nazionale di statistica, i titolari del Rdc siano appena 2,4 milioni. Si determina così un paradosso per cui molte frange più povere della popolazione restano escluse mentre il sussidio appare “molto generoso con i single che vivono in un piccolo centro del Mezzogiorno”, con l’aggravante che “all’aumentare della numerosità familiare la distorsione diventa sempre più rilevante”.

Ma quanti sono veramente i poveri in Italia? Ha ragione l’Istat o l’Inps? Secondo lo studio dell’Ocpi, che ha incrociato i dati, l’istituto statistico ha sovrastimato la cifra: sarebbero in realtà tra i 3,6 milioni e i 4,3 milioni rispetto ai 5 milioni calcolati dall’Istat, con un 30% di stranieri. A questo punto si spiegherebbe più facilmente la distribuzione del RdC. Sempre secondo i dati Istat, i poveri esclusi dal Rdc sono pari all’84,8% dei nuclei beneficiari. Anche questo dato, avverte lo studio, potrebbe essere stato sovrastimato ma il trend resta confermato.