Il green pass obbligatorio per andare a lavorare rischia di costare caro allo Stato. E dal momento che è tempo di bilanci, forse è bene che il governo Draghi faccia bene i conti, all’ombra di un debito pubblico record.

Dagli scioperi nei porti alle manifestazioni in diverse città italiane, il green pass al lavoro (che non tutti hanno) potrebbe compromettere la ripresa della crescita economica del Paese. Non solo, c’è il rischio che lo Stato debba anche intervenire pagando le assenze per malattia.

Boom di certificati di malattia

Cosa c’entra la malattia? Ebbene, visto che il green pass sui luoghi di lavoro è stato reso obbligatorio per decreto dal 15 ottobre, è successo che il primo giorno c’è stato un boom di certificati di malattia.

Molti lavoratori, non in possesso di green pass, hanno infatti provveduto a darsi malati per evitare di perdere la giornata di retribuzione. Già perché il decreto prevede che senza green pass non si possa andare in ufficio o in fabbrica a lavorare. Il datore di lavoro è costretto ad allontanare il dipendente ritenendo l’assenza ingiustificata. Il che comporta la perdita della retribuzione.

Così, nel primo giorno del green pass obbligatorio sono balzati i certificati di malattia. L’Inps ha registrato un aumento di 17.340 lavoratori ammalati rispetto al venerdì precedente, con un balzo del 22,6%. In totale a segnalare la propria malattia sono stati 94.191 lavoratori, contro i 76.851 del venerdì precedente.

Green pass, ma quanto ci costa?

I lavoratori più coinvolti sono stati quelli del pubblico impiego. Ben il 18,3% in più rispetto alla settimana precedente. Rispetto al settore privato (+9%) si tratta di quasi il doppio. Come mai?

Secondo la normativa, l’assenza dal lavoro per malattia per i primi tre giorni non è indennizzata dal Inps, ma interamente dal datore di lavoro in base ai vari contratti nazionali. Nel caso degli statali, però, è del tutto evidente che il costo dell’assenza ricade interamente sullo Stato, cioè sulla collettività.

Non solo. Il datore di lavoro statale effettua, poi, i controlli in maniera rigorosa e stringente su tutto il personale. Cosa che, a volte, non succede nel settore privato che, può disporre liberamente anche dello smart working per i propri dipendenti.

A conti fatti, il green pass obbligatorio rischia di costare parecchio se i dipendenti pubblici continueranno a marcare visita per non andare al lavoro.