Il panorama degli incentivi fiscali in Italia è sempre in evoluzione, e tra questi, il bonus mobili e grandi elettrodomestici rappresenta un pilastro per il settore dell’arredamento e della ristrutturazione domestica. Offrendo una detrazione fiscale del 50% sui costi sostenuti per rinnovare gli interni, ha incentivato (e incentiva) numerosi contribuenti a migliorare la propria abitazione.

Tuttavia, con il 2024, ci troviamo di fronte a un possibile punto di svolta che potrebbe vedere la conclusione di questo beneficio. Ciò in quanto, secondo la normativa vigente, l’incentivo fiscale si fermerà con le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024.

Si aspetta, dunque, un’eventuale proroga, altrimenti dalle spese 2025 è possibile dire addio al detto bonus.

Come funziona l’incentivo fiscale

Innanzitutto, è essenziale sottolineare che il bonus mobili è indissolubilmente legato al bonus ristrutturazioni: solo chi affronta i costi per ristrutturare casa può godere di quest’agevolazione. Il bonus mobili c’è laddove sussiste anche il c.d. bonus ristrutturazione 50%.

Chi fa lavori edilizi sulla casa e gode della detrazione 50% per dette spese potrà poi avere anche l’ulteriore sgravio 50% sulle spese sostenute per acquistare mobili e grandi elettrodomestici destinati ad arredare detto immobile.

Il bonus mobili si sostanzia in una detrazione fiscale da spalmare in 10 quote annuali di pari importi. Non è stata mai prevista la possibilità di optare per sconto in fattura o cessione del credito. Le spese devono risultare pagare con strumento tracciabile. Non sono ammessi assegni e nemmeno contante. Inoltre NON serve il bonifico parlante (va bene anche quello ordinario).

Sono previsti dei limiti massimi di spesa, che nel tempo sono cambiati. Per le spese sostenute nel 2024 il limite massimo è di 5.000 euro per unità immobiliare (quindi, una detrazione massima di 2.500 euro). Per le spese del 2023, invece, il limite massimo di spesa era a 8.000 euro.

Bonus mobili, arredare casa non basta

Come appena detto, il bonus mobili è legato al bonus ristrutturazioni, nel senso che spetta a chi affronta anche i costi per ristrutturare casa.

Ciò significa che, contrariamente a quanto si potrebbe sostenere, l’inquilino che acquista mobili e elettrodomestici, ma non sostiene le spese per la ristrutturazione dell’immobile, non è eleggibile per il bonus. Quindi, ad esempio:

  • se l’inquilino sostiene le spese di ristrutturazione e anche le spese per l’arredo, questi può avere, nel rispetto di tutti i requisiti, sia il bonus ristrutturazione 50% che il bonus mobili
  • laddove l’inquilino sostiene le spese di ristrutturazione mentre quelle per l’arredo sono pagate dal proprietario, nel rispetto di tutti i requisiti, l’inquilino può vere il bonus ristrutturazione 50% mentre il bonus mobili non lo avrà né l’inquilino e nemmeno il proprietario
  • se l’inquilino sostiene le spese di arredo mentre le spese di ristrutturazione sono pagare dal proprietario, l’inquilino non avrà il bonus mobili e il proprietario potrà godere solo del bonus ristrutturazione 50%.

Questa connessione risalta l’importanza di comprendere appieno le condizioni e i requisiti per accedere agli incentivi, per evitare di incorrere in malintesi o di perdere preziose opportunità di risparmio.

Riassumendo

  • il bonus mobili e grandi elettrodomestici 2024 potrebbe essere al suo ultimo anno di vita
  • se non prorogato si fermerà con le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024
  • è un incentivo fiscale (detrazione 50%) legato al bonus ristrutturazione 50%
  • senza bonus ristrutturazione non può esserci bonus mobili
  • regola vuole che il bonus mobili spetta a chi effettivamente affronta anche i costi per ristrutturare casa.