Ci si prova a far causa allo Stato. Molti sono gli avvocati che hanno tentato di far dichiarare il canone RAI anticostituzionale. Quindi, da abolire o, quantomeno, da rivedere. Ma nel nostro Paese molte potrebbero essere le cose anticostituzionali. A partire dal lavoro. Un diritto che, purtroppo, oggi (e da ormai qualche anno) viene spesso negato.

Ma perché il canone RAI dovrebbe essere anticostituzionale? Quale la tesi di alcuni appartenenti al foro?

La presunzione del possesso

Il canone RAI viene dichiarato come una “tassa su possesso”.

Il suo presupposto è il possesso del televisore in casa. Basta un solo televisore presente nel nucleo familiare (ed in qualsiasi casa) per far scattare l’obbligo al pagamento (tranne laddove si rientri in qualche caso di esonero).

E il legislatore, dal 2016, ha messo in mezzo la presunzione. Cioè presume che chi è intestatario di utenza elettrica domestica si presume anche possessore di TV e, quindi, come tale è obbligato a pagare il canone. Tale presunzione può essere superata solo presentando all’Agenzia Entrate la dichiarazione sostitutiva di non detenzione. In pratica il contribuente dichiara che NON possiede nessun televisore in casa e, quindi, non deve pagare la tassa.

Attenzione a NON dichiarare il falso. Si rischia anche la detenzione.

E la presunzione dello Stato ha modificato anche la modalità di riscossione. Il canone RAI è addebitato direttamente nella bolletta della luce.

Perché il canone RAI è anticostituzionale?

Ebbene qualcuno ha sollevato il dubbio. Ma se il canone RAI è definito una tassa sul possesso della TV perché il gettito che ne deriva finisce tutto nelle casse della RAI?

Cioè se in TV non sono trasmessi solo i programmi RAI ma anche quelli di altre emittenti televisive (incluse quelle locali), perché le entrate che derivano dal pagamento della tassa non sono ripartite anche tra tutte le emittenti che vediamo in TV?

Per assurdo si potrebbe avere la TV e non sintonizzarmi mai sui canali della televisione nazionale.

E perché, quindi, pagare la tassa senza poi mai fruire del servizio?

C’è anche l’altro aspetto da considerare. Ossia la pubblicità. Si diceva in passato che il canone RAI doveva servire alla TV nazionale per finanziarsi visto che non “campa con la pubblicità”. E, invece, oggi non sembra sia così. I programmi RAI sono spesso interrotti per dare spazio a pubblicità.

Sono questi, dunque, tutti gli aspetti su cui, alcuni, avvocati hanno puntato in passato, e su cui continuano a battere ferro, per far dichiarare il canone RAI anticostituzionale.

Una battaglia che, fino ad oggi non ha dato i frutti sperati. La consolazione resta che la tassa resta una tra le più basse d’Europa e che, dal 2024, l’importo annuo da pagare scende a 70 euro (a fronte di 90 euro del passato).

E l’Agenzia Entrate ha anche emanato la risoluzione con i nuovi importi del canone RAI dal 2024 che tengono conto di detta novità. Quindi, ad esempio, chi ha l’utenza attiva da gennaio pagherà la tassa con addebito nella bolletta della luce in 10 rate da 7 euro ciascuna.