L’Assegno di inclusione è scattato dal 1° gennaio. Le domande però sono iniziate il 18 dicembre 2023. CHi ha presentato domanda entro il 7 gennaio ed alla stessa data si è registrato nella piattaforma SIISL ed ha sottoscritto il PAD (Patto di Attivazione Digitale) tramite lo SPID, ha ricevuto la prima ricarica il 26 gennaio. Chi ha fatto tutto entro il 31 gennaio riceverà il primo pagamento entro il 15 febbraio. E si andrà avanti dal 27 febbraio in poi con le ricariche del mese corrente.

Tutto a posto quindi? No, perché molti non hanno capito le cifre che hanno percepito il 26 gennaio.

E molti sicuramente non capiranno le cifre che prenderanno con i futuri accrediti prima citati. Perché le regole di calcolo dell’Assegno di Inclusione non sono le stesse del Reddito di Cittadinanza. Anche se può sembrare così, visto che si parla sempre di 500 euro per il singolo e di 280 euro come componente affitto imputato, i calcoli sono diversi. E nella stragrande maggioranza dei casi le cifre sono a discapito dei beneficiari.

“Salve, ho preso il primo accredito dell’Assegno di Inclusione. Le cifre sono davvero irrisorie se paragonate a quello che prendevamo prima con il Reddito di Cittadinanza. Io però ho cercato di capire come funziona il nuovo sussidio e mi sembra tutto uguale. Si parte sempre da 780 euro e poi si aggiungono i soldi in base ai componenti della famiglia. Noi siamo due adulti e un bambino. Abbiamo reddito zero. Non ho regolare contratto di affitto. Prendevo con il Reddito di Cittadinanza 800 euro al mese. Adesso invece ne ho trovati 575. Come mai?”

Il calcolo dell’Assegno di Inclusione, ecco come fare facilmente i conti di quanto si prende

Il calcolo del Reddito di Cittadinanza è identico a quello dell’Assegno di Inclusione in un solo caso. Se la famiglia beneficiaria dei due sussidi è composta esclusivamente da:

  • persone sopra i 60 anni di età;
  • minorenni;
  • soggetti presi in carico dai servizi sociali del Comune di residenza;
  • invalidi.

Se invece ci sono soggetti di età compresa tra i 18 ed i 59 anni, non invalidi e nemmeno presi in carico dai servizi sociali comunali, ecco che le regole cambiano.

O meglio, cambia la scala di equivalenza utilizzata.

La guida al calcolo dei sussidi, la scala di equivalenza e come funziona

Il Reddito di Cittadinanza funzionava in un determinato modo. All’importo massimo spettante, per esempio 500 euro, bisognava sottrarre il reddito familiare. Se il reddito familiare è zero, la cifra di partenza è 500 euro. Questa la cifra di integrazione al reddito della famiglia, per il primo componente. Poi si passava ad aggiungere soldi in base alla composizione del nucleo familiare.

Per esempio, la famiglia della lettrice, composta da due adulti ed un minore, doveva moltiplicare 500 euro per 1,6, che è la scala di equivalenza spettante ad un nucleo familiare così composto. E si arriva agli 800 euro che lei cita nella email che ci ha mandato. Avessero avuto due figli, la scala di equivalenza era 1,8 e il sussidio passava a 900 euro al mese. Le scale di equivalenza del Reddito di Cittadinanza erano le seguenti:

  • 1 adulto: scala 1;
  • 1 adulti e 1 minore: scala 1,2;
  • 2 adulti: scala 1,4;
  • 2 adulti e 1 minore: scala 1,6;
  • 2 adulti e 2 minori: scala 1,8;
  • 2 adulti e 3 minori: scala 2;
  • 3 adulti e 2 minori o 4 adulti: scala 2,1;
  • 4 adulti, o 3 adulti e 2 minori, con un componente non autosufficiente: scala 2,2.

 

Le differenze tra Assegno di Inclusione e Reddito di Cittadinanza

Nel Reddito di Cittadinanza la distinzione utilizzata era semplicemente quella tra adulti e minori, dove per adulti si consideravano tutti i soggetti sopra i 18 anni. Con l’Assegno di Inclusione invece tutto cambia. Perché i soggetti tra i 18 e i 59 anni, anche se vivono in un nucleo familiare potenzialmente beneficiario dell’Assegno di Inclusione non sono considerati.

I soggetti attivabili al lavoro possono chiedere l’Assegno di Inclusione solo se in famiglia hanno componenti “fragili”, cioè over 60, invalidi, minori o presi in carico dai servizi sociali. Altrimenti non potrebbero chiederlo per niente. Ma anche se possono richiederlo, il loro Assegno sarà calcolato esclusivamente sui fragili. Le scale di equivalenza sono state modificate. Per l’Assegno di Inclusione si deve tener conto di:

  • Primo richiedente fragile: scala 1;
  • 0,5 per ciascun altro componente invalido;
  • 0,4 per ciascun altro componente con età pari o superiore a 60 anni;
  • 0,3 per ogni altro componente inserito in programmi di cura e assistenza;
  • 0,15 per ciascun minore di età, fino a due;
  • 0,1 per ogni ulteriore minore di età oltre il secondo.

In pratica, prendendo ad esempio il nucleo familiare della nostra lettrice, lei ha diritto all’Assegno di Inclusione solo per il figlio minorenne, che vale 1,15. Pertanto, 500 euro di base, moltiplicato per 1,15 porta l’Assegno a 575 euro come lei dichiara di aver percepito. I due adulti evidentemente non sono dentro il perimetro dell’Assegno di Inclusione. Potrebbero optare per il Supporto Formazione e Lavoro, che è la misura dedicata a questo genere di soggetti. Fatto sta che come abbiamo visto, molto cambia per l’Assegno di Inclusione rispetto al Reddito di Cittadinanza.

Alcuni esempi di calcolo tra i due sussidi

Due adulti over 60 prendevano di Reddito di Cittadinanza 700 euro al mese. Così come un singolo over 60 prendeva 500 euro. Per famiglie così composte, l’Assegno di Inclusione è esattamente lo stesso dal punto di vista degli importi. Due adulti attivabili e due minori invece, con il Reddito Di Cittadinanza prendono 900 euro, con l’Assegno di Inclusione invece, 650 euro. Perché il calcolo è fatto su una scala 1,3 (1 più 0,15 per ogni figlio minore fino a 2 figli) e non 1,8 come era in precedenza.

Con 3 figli minori e due adulti sotto i 60 anni, non invalidi e senza carichi di cura, oggi l’Assegno di Inclusione vale 700 euro, mentre il Reddito di Cittadinanza valeva 1.000 euro.