C’è il bonus da 200 euro una tantum che non spetta alle casalinghe, ma lo chiedono i sacerdoti. Ma per le casalinghe escluse dal bonus 200 euro c’è anche da precisare una cosa. Ovverosia, che se il bonus fosse riconosciuto anche ai sacerdoti, allora questo dovrebbe essere esteso pure alle casalinghe. Vediamo perché.

In altre parole, il bonus 200 euro non spetta ai ministri di culto. E quindi solo per il fatto di essere dei sacerdoti i quali, per ricevere l’aiuto una tantum, devono rientrare nelle altre categorie che, invece, prenderanno il bonus.

Vediamo allora chi lo prende nel ricordare che i 200 euro una tantum finiranno nelle tasche di oltre 32 milioni di italiani.

Il bonus da 200 euro non spetta alle casalinghe, ma lo chiedono pure i sacerdoti

Nel dettaglio, il bonus da 200 euro una tantum spetta ai lavoratori dipendenti per i quali in busta paga è applicata la riduzione contributiva straordinaria dello 0,8%. Così come spetta pure ai pensionati rispettando il limite di reddito che è fissato a 35.000 euro.

Il bonus da 200 euro una tantum spetta peraltro ai dipendenti ed ai pensionati in automatico. Ovverosia, direttamente e rispettivamente in busta paga e sul cedolino della pensione. Così come lo prenderanno pure i collaboratori domestici ed i lavoratori stagionali. Ma non finisce qui.

L’aiuto una tantum pure agli autonomi ed ai titolari di reddito di cittadinanza

Il bonus da 200 euro una tantum non spetta quindi ai ministri di culto ed alle casalinghe, ma lo prenderanno pure i lavoratori autonomi ed i disoccupati, ma non gli inattivi e gli inoccupati. 200 euro pure nelle tasche dei percettori di reddito di cittadinanza. Ma ci saranno dei controlli preventivi, da parte dell’INPS, per evitare che ai percettori del sussidio l’aiuto una tantum venga erogato due volte.