I controlli dell’Agenzia delle Entrate tramite l’app VeRA violano la privacy? “In questo mondo non c’è niente di certo tranne la morte e le tasse“, affermava Benjamin Franklin. E in effetti tutti i governi applicano delle tasse ai propri cittadini per attingere al denaro necessario per rimpinguare le casse statali.

Le tasse servono a soddisfare i bisogni pubblici e accrescere il benessere di una la comunità in cui si vive. Non tutti, però, sono disposti a dare il loro contributo.

Anzi, l’evasione fiscale continua a essere una delle maggiori piaghe del nostro Paese.

Per questo motivo il Fisco e la Guardia di Finanza sono costantemente al lavoro per scoprire i furbetti. Diversi sono gli strumenti a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per i controlli. Tra questi l’applicazione VeRA, il cui utilizzo potrebbe violare la privacy. Ecco il motivo.

Fisco e Guardia di Finanza impegnate nella lotta all’evasione fiscale

I controlli dell’Agenzia delle Entrate sono costanti perché è sempre pronta a stanare gli evasori fiscali e a tal fine si avvale dell’utilizzo di diversi strumenti. Tra questi si annovera anche il nuovo software VeRa, acronimo di Verifica dei rapporti finanziari. In pratica l’intelligenza artificiale è a disposizione del Fisco per permettere a quest’ultimo di effettuare tutti i controlli necessari a scovare i furbetti o quantomeno i presunti tali.

Questo è possibile grazie a un controllo incrociato sui dati di conti correnti, immobiliari, finanziari, fatture elettroniche e strumenti di pagamenti, come bonifici e carte di credito. In particolare, come si evince dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate numero 21/E del 20 giugno 2022, i controlli possono essere effettuati:

“mediante specifici criteri di rischio basati sull’utilizzo integrato delle informazioni comunicate dagli operatori finanziari all’Archivio dei rapporti finanziari e degli altri elementi presenti in Anagrafe tributaria, permetteranno a ciascuna Direzione regionale e provinciale di indirizzare l’ordinaria attività di controllo nei confronti delle posizioni a più elevato rischio di evasione, previa autonoma valutazione della proficuità comparata”.

I controlli dell’Agenzia delle Entrate tramite app VeRA potrebbero violare la privacy

Entrando nei dettagli, l’algoritmo VeRA consente di ottenere delle liste selettive finalizzate all’attività di controllo, grazie ad un incrocio di tutti i dati sensibili degli italiani.

I controlli hanno luogo su posizioni anonime. Per risalire all’identità del soggetto interessato, infatti, è necessario aggiungere delle informazioni aggiuntive che sono conservate in database separati. Questi dati, inoltre, possono essere utilizzati solamente se l’ente sospetta un caso di evasione fiscale e intende procedere con l’accertamento.

Tenendo conto i vari enti della pubblica amministrazione hanno la possibilità di trattare tali informazioni, però, è facile dedurre che saranno in molti a poter accedere ai nostri dati sensibili. Tra questi anche dati che non hanno alcuna rilevanza ai fini della lotta all’evasione fiscale, come, ad esempio, le spese sostenute per l’acquisto di determinati farmaci. A rivestire un ruolo importante in tale ambito è il Garante sulla protezione dei dati personali che ha il compito di vigilare che i controlli vengano effettuati nel massimo rispetto della privacy dei cittadini.