Per il forfettario, ci sono pronti 2 anni di bonus prima del passaggio all’ordinario. Ovverosia, prima che, superando il limite dei ricavi e dei compensi per la flat tax al 15%, si torni a pagare le tasse in regime di IRPEF.

Sul forfettario, grazie proprio al biennio di transizione, l’exit tax è piatta e indolore. Precisamente, si tratta dell’introduzione di 2 anni di bonus attraverso l’istituzione della cosiddetta easy tax. Con il Governo italiano che, salvo clamorosi dietrofront, avrebbe trovato la quadra per introdurre questa agevolazione a favore delle piccole partite IVA.

Forfettario, 2 anni di bonus prima del passaggio all’ordinario: l’exit tax è piatta e indolore

In pratica, tra il forfettario ed il regime fiscale ordinario, per le piccole partite IVA in regime iniziale di flat tax sarà introdotto un regime fiscale cuscinetto. Quello che è rappresentato proprio dalla cosiddetta easy tax.

Il titolare di partita IVA, superati i 65.000 euro di ricavi o di compensi, uscirà dal forfettario e per due anni entrerà proprio nel regime della exit tax piatta e indolore. Con un’aliquota che sarà definita da un apposito decreto attuativo. Ma che sarà decisamente più bassa rispetto all’ultimo scaglione IRPEF che è quello al 43%.

Come si aderisce al regime fiscale della flat tax al 15%

Detto questo, vediamo ora, proprio per il forfettario, come aderire al regime fiscale della flat tax al 15% al momento dell’apertura della partita IVA. Al riguardo, se si presume un volume d’affari annuo non superiore ai 65.000 euro, il lavoratore autonomo deve optare per il regime fiscale forfettario al momento della trasmissione all’Agenzia delle Entrate del modello AA9/12. Infine, sempre sul regime forfettario, si consiglia pure di leggere questo articolo sulle scadenze fiscali da non dimenticare. Soprattutto senza avvalersi del supporto, della consulenza e dell’assistenza di un intermediario abilitato. Per esempio, un commercialista.