Fino a quale età un figlio viene considerato fiscalmente a carico? Come canta Vasco Rossi con il brano Benvenuto: “Non par vero nemmeno a me di essere un padre di un figlio che domani sarà un altro che dovrà arrangiarsi bene, darsi da fare, avere pene e qualche piccola soddisfazione”. Diventare genitori è l’emozione più grande della propria vita.

Ogni padre e madre è disposto a fare di tutto pur di veder felice i propri figli. Oltre all’affetto e all’amore che dura per tutta la vita, bisogna fare i conti anche con questioni di carattere pratico, come le spese da sostenere per mantenerli e crescere.

A partire dall’alimentazione fino ad arrivare alla scuola e alle attività extra scolastiche, sono davvero tante le cose da pagare.

Fino a che età un figlio viene considerato fiscalmente a carico?

Al fine di aiutare le famiglie con figli a carico che presentano delle difficoltà economiche, il Governo mette a loro disposizione diversi bonus e detrazioni. A tal proposito, come spiegato dall’Agenzia delle Entrate grazie alla circolare numero 23 /E datata 1 agosto 2023, sono ritenuti:

“fiscalmente a carico i figli che abbiano un reddito non superiore a euro 2.840,51 (per il computo di tale limite si considera il reddito al lordo degli oneri deducibili). Per i figli di età non superiore a ventiquattro anni, tale limite di reddito è elevato a euro 4.000“. Viene inoltre ricordato che stando al “principio dell’unitarietà del periodo d’imposta, la condizione di figlio fiscalmente a carico deve essere verificata con riferimento al 31 dicembre di ogni anno. Pertanto, nella specie, trattandosi di un’agevolazione spettante per il solo anno d’imposta 2023, occorre verificare il superamento o meno del limite reddituale alla data del 31 dicembre 2023”.

Le agevolazioni a favore delle famiglie con figli a carico

Non esiste un’età massima entro cui un figlio può essere considerato fiscalmente a carico. A tal fine si prende in considerazione il reddito che non deve superare le soglie poc’anzi citate, a seconda che il figlio abbia un’età inferiore o superiore a 24 anni.

Anche un figlio di 30 anni, pertanto, può essere considerato fiscalmente a carico dei genitori nel caso in cui rispetti i limiti di reddito. Per essere considerato a carico, non è necessario che il figlio conviva con il genitore. L’unico requisito da rispettare, appunto, è quello reddituale. Fino al momento in cui il figlio non è indipendente dal punto di vista economico risulta a carico dei genitori.

Quest’ultimi potranno così portare in detrazione le spese sostenute per i figli a carico, come ad esempio quelle per eventuali cure mediche e sanitarie oppure per le tasse universitarie. Ma non solo, molti dipendenti possono usufruire del fringe benefit. Per beneficiare di tale incentivo esentasse i lavoratori interessati non devono presentare alcuna domanda. E’ infatti corrisposto dai datori di lavoro direttamente in busta paga. La relativa erogazione non deve essere data per scontata. Non è infatti obbligatorio, bensì è a discrezione di ogni singola azienda che può decidere se corrispondere o meno il fringe benefit ai propri lavoratori.