L’impennata della inflazione nel 2022 avrà ripercussioni pesanti anche sul sistema pensionistico italiano. Oltre 16 milioni di rendite dovranno essere rivalutate nel 2023 recependo i dati Istat sull’incremento dei prezzi al consumo.

Si profila per lo Stato una manovra di bilancio solo per il capitolo pensioni non inferiore ai 10 miliardi di euro. Soldi che andranno stanziati insieme ai conguagli previsti a partire da gennaio 2023 per le rivalutazioni delle pensioni del 2022 (0,2% in più).

Pensioni 2023 fino a 100 euro in più

Un rincaro della spesa che andrà a ricadere anche su altre prestazioni previdenziali che dovranno essere rivalutate e che allontana la possibilità di una riforma pensioni col sostegno pubblico.

Come anche già anticipato in precedenza dallo stesso premier Mario Draghi.

E c’è il rischio che non ci saranno soldi per tutti. In questo senso, i sindacati tornano a parlare di contributo di solidarietà per i pensionati d’oro e d’argento. Ma soprattutto a limitare la rivalutazione delle rendite sopra un certo importo per destinare risorse ai redditi più bassi.

La richiesta dei sindacati al governo nell’ambito della riforma pensioni è quindi volta a difendere il potere di acquisto delle rendite più basse. Si punterebbe così alla piena indicizzazione degli assegni medio bassi e a un rafforzamento delle cosiddette “quattordicesime” fino a 1.500 euro.

L’obiettivo è quello di riuscire a dare mediamente 100 euro in più a coloro che percepiscono pensioni sotto i 1.000 euro al mese. Una pensione lorda di questo importo non è infatti in grado di garantire lo stesso potere di acquisto di un anno fa.

Inflazione e rivalutazione delle rendite

E’ auspicabile – sostengono i sindacati in coro – che il governo, come indicato nel Def, restituisca il giusto potere di acquisto ai pensionati. Dal prossimo anno, quindi, le rivalutazioni degli assegni dovranno essere pieni per tutti coloro che dispongono di redditi bassi.

A oggi, in base alla legge vigente, la rivalutazione delle pensioni per il 2022 è la seguente:

  • 1,90% fino a 2.6062,32 euro al mese;
  • 1,73% da 20.60,33 e 2.577,90 euro al mese;
  • 1,47% da 2.577,91 euro al mese in su.

Dal prossimo anno questa scaletta potrebbe cambiare orientando il legislatore a tenere maggiormente conto delle pensioni appartenenti alla prima fascia, cioè quella fino a 2.600 euro lordi al mese.