A partire dal 2024 verrà erogato l’assegno di inclusione. L’addio al 2023, infatti, ha segnato anche la fine dell’era del reddito di cittadinanza. Tale sussidio è stato erogato per l’ultima volta lo scorso dicembre e d’ora in poi i percettori non potranno più beneficiare della relativa erogazione. Questo, però, non vuol dire che i soggetti interessati non riceveranno alcun aiuto. Come canta Fabri Fibra: “Pronti, partenza, via, si va per mare e monti. Partenza, via, qui siamo tutti pronti”. Parole che in molti potrebbero dedicare ai nuovi sussidi che prendono definitivamente il posto del reddito di cittadinanza e per cui si apprestano a presentare apposita richiesta.

Ma come fare e soprattutto chi ne ha diritto?

Reddito di cittadinanza addio: chi ha diritto ai nuovi sussidi

A partire da settembre 2023 ii soggetti con un’età compresa tra 18 anni e 59 anni che non presentano all’interno del nucleo famigliare persone in condizione di fragilità possono presentare richiesta per il Supporto per la formazione e il lavoro. Si tratta di un contributo di 350 euro al mese, erogato per massimo dodici mesi.

A partire dal mese di gennaio 2024, inoltre, i nuclei famigliari che presentano al loro interno un minore, una persona disabile o over 60 possono beneficiare dell’erogazione dell’assegno di inclusione. Questo a patto di presentare un Isee pari a massimo a 9.360 euro e reddito familiare inferiore a 6 mila euro annui. Tale limite viene moltiplicato per il parametro di scala di equivalenza e per questo può risultare più alto.

È finita l’era del reddito di cittadinanza, assegno di inclusione al via: come prenderlo

A partire dal 18 dicembre è possibile presentare richiesta per l’assegno di inclusione. A tal fine è possibile accedere, tramite Spid, Carta Nazionale dei Servizi e Carta di Identità Elettronica, all’apposito servizio disponibile sul sito dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

In alternativa è possibile rivolgersi ad un Caf o Patronato. Una volta presentata apposta richiesta, i dati risulteranno disponibili nella piattaforma di attivazione per l’inclusione sociale e lavorativa del Sistema Informativo di inclusione sociale e lavorativo, ovvero SIISL. Qui, come si legge sul sito dell’Inps, il soggetto richiedente deve provvedere a:

  • Registrarsi sulla piattaforma denominata Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale (SIISL) e sottoscrivere il patto di attivazione digitale del nucleo familiare (PAD), autorizzando espressamente la trasmissione dei dati relativi alla richiesta ai servizi sociali, ai CPI, alle Agenzie per il Lavoro e agli enti di intermediazione ai sensi degli artt. 4 e 6 del D.lgs. 276/2003, nonché ai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro ai sensi dell’art. 12 del D.lgs.150/2015.

  • Con la sottoscrizione del PAD del nucleo familiare viene effettuato l’invio automatico dei dati del nucleo familiare al servizio sociale del comune di residenza per l’analisi e la presa in carico dei componenti con bisogni complessi e per l’attivazione degli eventuali sostegni”.

I soggetti beneficiari devono provvedere a presentarsi presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD. In caso di mancata convocazione e se nei termini poc’anzi indicati non avviene un primo incontro, viene sospesa l’erogazione del sussidio. Questo verrà riattivato solo ad incontro avvenuto. La misura, inoltre, decade nel caso in cui il nucleo beneficiario non si presenti alle convocazioni dei servizi sociali senza un giustificato motivo.