Risarcimento record di quasi 400 mila euro per un figlio a carico riconosciuto dopo 25 anni. Come canta Luca Carboni con il brano Segni del tempo: “Io e te siamo milioni secoli e generazioni con un’utopia, siamo un figlio e una figlia sappiamo le regole e l’anarchia, ma siamo segni del tempo prima che il vento ci soffi via”.

Il tempo scorre inesorabilmente e non c’è niente che nessuno di noi possa fare per fermarlo. Tanti i cambiamenti, sia positivi che negativi, con cui ognuno di noi deve fare i conti con il trascorrere delle giornate.

Lo sanno bene tutti coloro che rischiano di perdere o al contrario si vedono, finalmente, riconoscere i loro diritti anche a distanza di anni.

Figlio a carico riconosciuto dopo 25 anni: risarcimento record di quasi 400 mila euro!

In tale ambito si inserisce il caso di Francesco Volterrani, di Pisa, che ha lavorato per più di trent’anni nella Marina Militare, prima come graduato di truppa e in seguito come sottufficiale sino ad arrivare al grado di aiutante. Incarichi che lo hanno portato ad entrare in contatto, a sua insaputa, con fattori cancerogeni, quali fibre di amianto, radiazioni ionizzanti e campi magnetici. In passato abbiamo visto che l’esposizione all’amianto dà diritto alla pensione anticipata perché rappresenta un fattore di rischio. Ma purtroppo questa è un’altra storia di lavoratori del settore che non arrivano a godere della pensione. Nel 2000, a soli 52 anni, Volterrani è deceduto a causa di un microcitoma, ovvero un cancro ai polmoni, lasciando sua moglie e due figli.

Diversi, purtroppo, i lavoratori entrati in contatto con gli stessi ambienti e che hanno dovuto fare i conti con malattie oncologiche. Da qui la decisione dei famigliari di chiedere alla Marina il riconoscimento della dipendenza di causa di servizio e dello status “vittima del dovere”.

Nel 2017 la Difesa ha chiesto al Ministero dell’Interno di inserire Volterrani nell’apposita graduatoria. La figlia Annalisa, che quando il padre morì aveva 14 anni, è stata però esclusa dal riconoscimento.

La famiglia ha quindi deciso di rivolgersi all’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. In primo grado il tribunale ha confermato l’esclusione di Annalia Volterrani dai benefici a favore dei figli delle vittime. In seguito la Corte d’appello di Firenze ha deciso di condannare la Difesa ad erogare il vitalizio, pari a 2 mila euro al mese, con tanto di arretrati. La donna, ormai 38enne, ha diritto ad un risarcimento pari a circa 360 mila euro.

Riconoscimento status Vittime del dovere

A proposito del riconoscimento status Vittime del dovere, sul sito dell’Osservatorio Nazionale Amianto viene ricordato che:

“Ci sono forme di tutela anche per coloro che hanno svolto servizio presso le Forze Armate o Comparto Sicurezza ed hanno contratto dei danni da esposizione a cancerogeni”. Entrando nei dettagli “Possono accedere al riconoscimento di vittima del dovere, coloro che hanno svolto servizio in particolari condizioni lavorative e attività. Tra queste troviamo:

  • danni subiti per contrasto ad ogni tipo di criminalità;
  • nello svolgimento del servizio di ordine pubblico;
  • nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari;
  • in operazioni di soccorso;
  • in attività di tutela della pubblica incolumità;
  • a causa di azioni recate nei loro confronti in contesti di impiego internazionale non aventi, necessariamente, carattere di ostilità.

[…] L‘amianto, assieme all’uranio impoverito e le onde ionizzanti rappresenta uno dei fattori di rischio a cui sono stati maggiormente esposti i nostri militari nel corso delle loro attività di servizio”.