Assistenza familiare non autosufficiente con l’ausilio di badante; un argomento molto discusso nelle aule dei tribunali. L’assistenza al genitore in difficoltà crea litigi e contrasti, che difficilmente si risolvono. Figli sempre più impegnati e con ritmi frenetici che per far fronte all’assistenza del genitore si rivolgono al supporto di badanti. Purtroppo, non sempre le spese si riescono a coprire con la pensione del genitore. Rispondiamo alle domande poste da un lettore analizzando nel dettaglio la normativa.

Amministratore di sostegno e spese per badante: quesito

Ho letto Suo articolo assistenza genitori anziani (marzo 2019). Io sono figlio convivente di mamma 98 ne e da due anni ho attivato la procedura di amministratore di sostegno senza combinare nulla, anzi peggio perché l’amministratrice di sostegno mi tratta quasi come un sovversivo…ha ridotto l’assistenza a mia madre a 4 ore feriali per pagare Tfr di badanti mandate via per le brevi …infatti i miei fratelli non vogliono pagare un euro ed hanno anche bloccato la vendita della villetta al mare in gran parte di mia madre e da 10 anni non utilizzata (forse va solo un fratello non lo so…il luogo è distante).

Motivo dello scontro il fatto che all’inizio del 2015 presi per mamma una badante di notte come previsto dal CCNL di categoria. Questa norma contrattuale è conseguente a una norma di legge del 2003 che impone il riposo continuativo di undici ore alle badanti. La cassazione sezione lavoro gennaio 2018 ha pure confermato la sanzione dell’Ispettorato del Lavoro in caso di violazione ma sembra che questa cosa non sia alla fine tanto rilevante sulla piazza di … (che ne so).

Mia madre si pagava praticamente le badanti feriali con la sua pensione e qualche risparmio, ma erano a carico mio tutte le altre numerose spese ovviamente inclusa l’assistenza domenicale/festiva. Per il giorno avevo due collaboratrici ad ore per un totale di 35 ore (altre ore le pagavo io come colf con una posizione del tutto diversa in INPS).

Sono a un punto morto (da una mesata vado spesso al Monte di Pietà) e l’amministratrice minaccia di mandare mia madre in una casa di cura. Il giudice non so perché non ha messo in atto la vendita della villetta.

L’amministratrice (avvocato) si incavola pure quando le riferisco norme di CCNL e regole del lavoro (ho un diploma post-universitario in diritto del lavoro e sindacale). Mi dice che lei ha dei criteri ma io le rispondo che ci sono altre questioni.

Ho paura che va a finire male…i miei fratelli sono ostinatissimi a non pagare e mi arrivano anche le spese della villetta dove non vado da molti anni. L’amministratrice mi contesta pure che la badante rimasta non abbia neanche le chiavi di casa (ne ha una copia la vicina) …Che obbligo è??  Un disastro. Cordialità.

Sentenza della Suprema Corte: 11h di riposo continuo per badanti

La sentenza menzionata dalla nostra lettrice riguarda una decisione della Suprema Corte che evidenzia un argomento delicato e di maggior conflitto sull’assistenza domiciliare delle persone non autosufficienti o anziane.

La Corte ha evidenziato che le badanti che assistono persone con disabilità o anziane, catalogate come “non autosufficienti”, hanno diritto almeno ad undici ore di riposo giornaliero consecutive; per chi non si attiene a tale normativa prevista nei CCNL, è prevista una multa per il datore di lavoro corrispondente allo sfruttamento della manodopera.

Chi è l’amministratore di sostegno

L’amministratore di sostegno è una figura introdotta con la Legge 6/2004 che ha lo scopo di tutelare giuridicamente le persone anziane e non autosufficienti, che versano in una situazione di difficoltà.

Questa figura particolare ha il compito di sostenere, rappresentare e assistere la persona che si trova in una situazione di menomazione psichica o fisica, tale da limitare le funzioni di vita quotidiana.

I poteri e doveri dell’amministratore di sostegno

I poteri dell’amministrazione di sostegno sono regolati dagli articoli 409 e 410 del Codice civile. Nello specifico l’articolo 409 chiarisce che: la persona non autosufficiente conserva la capacità di agire per gli atti che richiedono la rappresentanza esclusiva. L’amministratore di sostegno può compiere atti necessari per svolgere esigenze di vita quotidiana: atti di ordinaria amministrazione e di straordinaria amministrazione; per questi ultimi c’è bisogno dell’autorizzazione del giudice tutelare (ad esempio la vendita di un bene immobile).

L’articolo 410 designa i doveri dell’amministratore di sostegno, che si delineano in quattro punti fondamentali:

  • assolvere i bisogni del beneficiario tenendo conto anche delle sue aspirazioni;
  • informare il beneficiario in tempo utile sugli atti che si intendono compiere;
  • se il beneficiario è in disaccordo con l’amministratore di sostegno, questi deve comunicarlo al giudice tutelare;
  • l’amministratore è tenuto a svolgere i suoi compiti per dieci anni (ad eccezione dei casi in cui l’incarico è rivestito dal coniuge, convivente o dagli altri familiari discendenti o ascendenti.

Inoltre, l’amministratore di sostegno dovrà inviare periodicamente una relazione descrittiva e dettaglia delle attività svolte e della gestione economica effettuata.

L’amministratore di sostegno potrà disporre della pensione della persona da assistere secondo le finalità predisposte nel provvedimento del giudice. Inoltre, dovrà pagare le spese necessarie all’assistenza dell’anziano, tipo la retta della Casa di cura o la badante.

Assistenza anziani: obbligo dei figli al pagamento degli alimenti

Nel caso in cui la persona anziana sia impossibilitata economicamente, i figli dovranno provvedere al suo sostentamento con il versamento degli “alimenti”.

Per “alimenti” si intendono le spese necessarie per: alloggio, vitto, assistenza medica, medicine. La misura da corrispondere per gli alimenti varia a seconda della capacità economiche del figlio e del genitore non autosufficiente.

In presenza di più figli, sono tenuti al pagamento in parti uguale tutti i figli in base alle rispettive capacità economiche.

Conclusione

La  sua situazione è alquanto complicata. Dovrebbe cercare di instaurare un giusto rapporto con il giudice tutelare e dimostrare che la pensione di sua madre non riesce a supportare le spese inerenti alla sua assistenza. Logicamente dovrà presentare una relazione correlata da documentazione in cui si evince tale situazione.

Il giudice dovrà trovare la situazione migliore per sua mamma, e il ricovero in struttura per quanto inaccettabile, potrebbe essere una soluzione per fornire una maggiore assistenza sanitaria. A mio avviso, in base alla situazione di non autosufficienza di sua mamma, difficilmente sarà considerata l’ipotesi di consenso dell’amministratore di sostegno, al ricovero in struttura polifunzionale.

In riferimento all’obbligo degli alimenti da parte dei figli viene stabilito dal giudice, il quale dovrà decidere l’importo che dovrà versare ogni figlio in base anche alle condizioni economiche in cui vertono.

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