“Sotto un primo aspetto, muovendo dall’osservazione che, in diversa misura, tutti possono contribuire al progredire della società, risulta evidente che, a lungo andare, l’esclusione dei diversi non farebbe altro che ritardare o addirittura impedire uno sviluppo armonico della specie umana“, afferma Gherardo Colombo.

Il tema dell’esclusione è ricorrente in diversi ambiti della nostra vita, a partire dal contesto sociale fino ad arrivare ai rapporti economici. Proprio soffermandosi su quest’ultimi, a destare sempre particolare interesse sono le agevolazioni messe in campo dal governo.

Ovvero contributi che, nella maggior parte dei casi, sono erogati a favore di molti, ma non di tutti.

Ne è un chiaro esempio il reddito di cittadinanza che è stato introdotto al fine di garantire un sostegno alle famiglie più economicamente disagiate. Misura particolarmente discussa, a breve molti percettori dovranno dire addio al sussidio targato Movimento 5 Stelle e non potranno nemmeno beneficiare del suo sostituto, ovvero della Mia. Ecco di chi si tratta.

Legge di Bilancio 2023, come cambia il sussidio targato Movimento 5 Stelle

Grazie alla Legge di bilancio 2023 il governo Meloni ha introdotto delle importanti modifiche al reddito di cittadinanza. Entrando nei dettagli, come previsto dall’articolo 1, comma 313 della legge numero 197 del 29 dicembre 2022, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, è stato ridotto a sette il numero di mensilità erogate a favore dei cosiddetti occupabili, ovvero coloro con un’età compresa tra 18 anni e 59 anni che sono in grado di lavorare.

I soggetti interessati devono frequentare anche un corso di formazione professionale dalla durata pari almeno a sei mesi, pena perdita del sussidio. Sono esclusi da tale obbligo i nuclei famigliari con soggetti disabili, minori e persone con età superiore a 60 anni. Quest’ultimi beneficeranno del pagamento del reddito di cittadinanza per tutto il 2023. Il 2024, invece, segnerà l’addio definitivo al reddito di cittadinanza.

Esclusi dalla MIA: ecco chi perderà il reddito di cittadinanza senza altro sussidio a compensare

Soffermandosi su coloro che dovranno dire addio al reddito di cittadinanza già nel corso del 2023, resta da capire quale sarà il loro destino.

Stando alle ultime indiscrezioni, sembra che al fine di andare incontro alle esigenze delle famiglie economicamente più in difficoltà,  il governo Meloni potrebbe introdurre Mia, ovvero Misura d’Inclusione attiva. Quest’ultima, però, presenterebbe dei requisiti ancora più stringenti rispetto al reddito di cittadinanza.

Per questo motivo molti degli attuali percettori del sussidio targato Movimento 5 Stelle si potrebbero ritrovare a breve senza nessun altro aiuto volto a compensare la perdita del reddito di cittadinanza. Entrando nei dettagli Mia dovrebbe avere un limite Isee più basso rispetto a quello attualmente richiesto per il reddito di cittadinanza. In particolare si dovrebbe passare dagli attuali 9.360 euro a quota 7.200 euro. Ne consegue che i primi percettori ad essere esclusi saranno coloro che hanno un Isee compreso tra 7.200 euro e 9.360 euro.

Soglie di reddito da prendere in esame

Oltre all’Isee bisogna prendere in considerazione anche i redditi dei soggetti richiedenti. A proposito di quest’ultimi, ad oggi è previsto un limite pari a 6 mila euro per i single. Tale soglia aumenta in base alla relativa scala di equivalenza, che differisce a seconda del numero di componenti del nucleo famigliare. Nel caso in cui, ad esempio, si tratti di una famiglia composta da due maggiorenni, il reddito complessivo deve essere inferiore a 8.400 euro. Nel caso in cui vi sia anche un minore, il reddito familiare deve essere inferiore a 9.600 euro.

In base a quanto si evince dalla bozza di provvedimento, però, con il passaggio a Mia le famiglie con minori potrebbero essere svantaggiate. Questo perché dal parametro di scala di equivalenza dovrebbero uscire proprio i minori. In questo modo non ci sarebbe più alcuna differenza tra i nuclei famigliari composti da due maggiorenni rispetto a quelli in cui vi sono anche dei minori.

In entrambi i casi, infatti, con Mia la soglia da non superare sarebbe 8.400 euro. Un elemento che finirebbe per tagliare fuori tutte quelle famiglie con minore a carico che finora hanno beneficiato del reddito di cittadinanza perché aventi un reddito pari a massimo 9.600 euro.