Secondo l’ultimo report dell’Enea, sono già terminati i fondi stanzia per il superbonus 100%. Il problema, a questo punto, è che i bonus prenotati sono già superiori alle risorse disponibili. Come se non bastasse, il termine ultimo di presentazione delle domande è fissato al 30 giugno 2022; mentre, fino alla fine dell’anno per gli edifici unifamiliari che al 30 settembre abbiano completato almeno il 30% dei lavori.

È ovvio che, in queste condizioni, si renderà necessario il rifinanziamento della misura, ma non è così scontato. Il Premier Mario Draghi, già in diverse occasioni, ha sempre dichiarato la sua contrarietà al superbonus oltre che a un suo possibile rifinanziamento.

Altroconsumo.it ha fornito utili chiarimenti relativamente all’ipotesi in cui i lavori già iniziati hanno ricevuto tutte le autorizzazioni dell’Enea e hanno concluso un accordo di cessione del credito con una banca. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Superbonus 110%, fondi esauriti e si attende un nuovo rifinanziamento

Come già detto in apertura, l’ultimo rapporto dell’Enea relativo alle risorse del superbonus 110% mette in luce un quadro di certo non roseo. Al 31 maggio sono stati prenotati ben 33,7 miliardi di euro, contro i 33,3 miliardi stanziati. In molti sperano i un rifinanziamento del superbonus, ma, in diverse occasioni, alcuni esponenti del governo, nonché lo stesso premier Mario Draghi si sono sempre detti contrari a tale misura. È dunque molto probabile che la stessa non venga riproposta in futuro, ma cosa succede ai lavori già iniziati?

Cosa succede se hai già iniziato i lavori e c’è un accordo di cessione del credito con una banca?

Con l’esaurimento delle risorse, ci si chiede cosa succederà ai lavori già iniziati che hanno ricevuto tutte le autorizzazioni dell’Enea e hanno concluso un accordo di cessione del credito con una banca.

In questo caso, secondo quanto chiarito da Altroconsumo.it, non dovrebbero esserci eccessivi problemi.

“Le banche che si sono impegnate con contratti di cessione del credito non si possono tirare indietro senza farsi carico dei danni che causerebbero a imprese e consumatori con il loro recesso”. Inoltre, come è prevedibile, il Governo dovrà intervenire con opportuni provvedimenti per finanziare in qualche modo le pratiche già accettate”. Ovviamente, vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa vicenda.