Le pensioni anticipate sono una misura strutturale del sistema. Misura che è assoggettata solo al vincolo degli scatti relativi alle aspettative di vita. Al momento, per il 2024, 2025 e 2026 i requisiti previsti per i lavoratori resteranno quelli in vigore oggi. Si tratta di una misura che distingue tra lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del 1996 e lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo. E per lavoro intendiamo quelle attività da cui scaturisce il versamento dei contributi.

Infatti sono nette le differenze tra le due categorie di lavoratori.

E in alcuni casi queste differenze generano confusione. Con lavoratori che non capiscono bene cosa devono fare e quali requisiti effettivamente sono da centrare. Oggi analizzeremo per esempio la questione dei contributi versati prima della maggiore età. Perché in alcuni casi, proprio per la pensione anticipata ordinaria, questi contributi possono valere 1,5 volte.

“Salve a tutti, mi chiamo Vito e volevo capire se posso andare in pensione a maggio 2024 come io credo. Infatti nel 2024 a maggio completo 42 anni e 10 mesi di contributi. Nel conto che faccio, valuto 3 anni e non 2 quelli che ho versato a 17 e 18 anni di età. Infatti ho iniziato a lavorare a 17 anni esatti e se non erro la contribuzione prima dei 18 anni vale 1,5 volte. Secondo voi è giusto? In questo modo anticipo di un anno il raggiungimento dei requisiti.”

Le pensioni anticipata ordinarie nel 2024

Il discorso del nostro lettore è esattamente il tipico esempio di misura capita male anche perché ha troppe sottigliezze da cogliere. Come si legge anche sul sito dell’INPS, nella scheda dedicata alle pensioni anticipate, i lavoratori che hanno iniziato a versare la contribuzione dal 1° gennaio 1996, ossia coloro che possono accedere al trattamento pensionistico con il sistema di calcolo contributivo, possono richiedere la pensione anticipata in due modalità.

C’è infatti la pensione anticipata contributiva che un lavoratore può centrare al compimento del requisito anagrafico di 64 anni di età.

Per questa misura servono almeno 20 anni di contribuzione effettiva e una pensione che alla data di liquidazione non può essere inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale (ma nel 2024 si passa a 3,3 volte l’assegno sociale).

Ma i contributivi possono accedere alla pensione anticipata anche senza limiti di età come tutti gli altri lavoratori. E in questo caso bisogna arrivare a 2.175 settimane (41 anni e 10 mesi) per le donne, e 2.227 settimane (42 anni e 10 mesi) per gli uomini.

I contributi da precoci quanto valgono per le uscite anticipate?

Il nostro lettore evidentemente punta alla pensione anticipata ordinaria, senza limiti di età. Ma lui non è un contributivo puro. Infatti ha iniziato a lavorare prima del 1° gennaio 1996. E non può essere altrimenti, visto che per le pensioni anticipate servono oltre 40 anni di contributi.

Oggi come nel 2024, non esiste un soggetto che ha cominciato a versare contributi dopo il 1995, che può uscire dal lavoro con la pensione anticipata ordinaria. Si tratta di una semplice questione temporale. Ed è proprio su questo aspetto che il nostro lettore ha compreso male la normativa. A tal punto che gli diciamo che potrà andare in pensione a maggio 2025 e non a maggio 2024. Infatti per lui non si applica il bonus contributivo per i precoci.

Ecco quando un anno di contributi versati vale 18 mesi

Per il nostro lettore i contributi versati a 17 e 18 anni, valgono come tutti gli altri. Senza la maggiorazione del 50% che invece spetta a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995. Infatti sempre sul sito dell’INPS si può leggere che la contribuzione accreditata per periodi di lavoro precedenti il raggiungimento del diciottesimo anno di età è moltiplicata per 1,5. Significa che per i contributivi puri, 12 mesi di contributi prima dei 18 anni valgono 18 mesi, mentre due anni valgono 3 anni e così via.