Quanto fatto dal governo con la legge di Bilancio per quanto riguarda le pensioni non può non aver riportato alla mente ciò che successe nel passato, soprattutto nel 2012. Infatti il 2012 per quanto riguarda le pensioni è l’anno che viene ricordato come quello dell’avvento della famigerata riforma delle pensioni di Elsa Fornero. Le pensioni con quella riforma furono radicalmente inasprite a tal punto da aver creato una categoria molto particolare di lavoratori che furono definiti esodati.

Anche nel 2024 l’attuale governo ha introdotto alcune novità in campo previdenziale che sicuramente hanno penalizzato moltissimi lavoratori.

Soggetti che si troveranno di colpo a non poter più andare in pensione. Probabilmente non è come per gli esodati, ma ci sarà chi finirà dentro un autentico scalone.

“Buonasera, sono Piero e volevo più che chiedervi un parere, produrvi un mio particolare sfogo. Perché davvero sono rimasto deluso e amareggiato da ciò che ha fatto il governo quest’anno con la legge di Bilancio. Hanno deciso di confermare l’Ape sociale  ma distruggendo di fatto la mia possibilità di andare in pensione con questa misura. Sono un lavoratore edile è credevo di poter andare in pensione nel 2024 al completamento dei miei 32 anni di contributi versati. Fino al 2023 era così ma adesso però pare che serviranno 36 anni di contributi.

Purtroppo però io già da mesi ho comunicato al mio datore di lavoro che lavorerò fino a febbraio proprio perché a febbraio completo 32 anni di contributi versati. Adesso oltre a chiedere al mio datore di lavoro di non considerare più le mie dimissioni, dovrò continuare a lavorare quantomeno per altri 4 anni perché ho appena compiuto 63 anni di età e quindi non potrò che aspettare i 67. La situazione è dura da digerire, mi sento vessato dal mio Stato.”

Molti i lavoratori penalizzati dalla nuove misure del governo

Effettivamente anche il 2024 per alcuni lavoratori rappresenterà un anno molto particolare dal punto di vista pensionistico.

Nulla a che vedere con quanto successo agli esodati della Fornero, ma per alcuni lavoratori gli effetti degli inasprimenti si sentiranno.

Il nostro lettore, come tutti i lavoratori edili come lui, sono dentro un peggioramento dell’Ape sociale. Alla pari di tutti gli altri lavoratori esclusi dalla nuova versione di questa misura. Perché sono molte di meno le attività lavorative considerate come gravose ed utili all’Anticipo pensionistico sociale.

In parole povere, molti lavoratori che non sono riusciti a rientrare nell’Ape sociale nel 2023, rischiano di perdere il treno dell’Anticipo pensionistico per sempre. Anche perché la misura non cristallizza il diritto. E chi, pur maturando i requisiti nel 2023, non ha sfruttato l’uscita, non potrà rivendicare il suo diritto nel 2024.

Tutti i cambiamenti dell’Ape sociale, pensioni più lontane per molti

Il governo ha introdotto per la misura 4 novità. E come vedremo, non c’è nessuna novità positiva. Infatti tutto va nella direzione di un inasprimento dei requisiti e delle possibilità di pensionamento. Una è la nuova età pensionabile della misura.

Nel 2023 l’Ape sociale era a partire dai 63 anni di età. Nel 2024 invece è passata a 63 anni e 5 mesi. Poi, le attività lavorative gravose utili alla misura, estese nel biennio 2022-2023, sono tornate ad essere solo 15 come nei primi anni della misura. Meno lavoratori potranno sfruttare la misura. Per gli edili, come il nostro lettore lamenta, i contributi versati pari a 32 anni, non saranno più sufficienti. Perché adesso serviranno 36 anni.

Infine, per la misura viene introdotto il divieto di cumulare il reddito da pensione dell’Ape sociale, con altri redditi da lavoro. Stesso vincolo della quota 103, perché è ammesso solo il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro all’anno. In buona sostanza, ci sarà chi non potrà andare più in pensione con questa misura, anche se è stata prorogata.

Ecco i veri penalizzati dalle nuove pensioni, tra scalone e rischio esodati

Un lavoratore come il nostro lettore, è tra i più penalizzati. Si trova infatti a dover lavorare ancora molti anni. Un autentico scalone di 4 anni, perché tanti sono gli anni in più di contributi che servono per qualunque attività di lavoro gravoso dentro il perimetro dell’Ape sociale. Ricordiamo che le attività di lavoro gravoso sono:

  • addetti alla concia di pelli e pellicce;
  • addetti ai servizi di pulizia;
  • facchini e addetti allo spostamento delle merci;
  • conducenti di mezzi pesanti in genere (camionisti);
  • conducenti dei convogli ferroviari e personale di ferrovia viaggiante in genere;
  • guidatori macchinari per la perforazione nelle costruzioni e gruisti;
  • infermieri o ostetriche che operano su turni nelle sale operatorie e nelle sale parto;
  • maestre, maestri ed educatori in genere, di asilo nido e scuola dell’infanzia;
  • operai edili e addetti alla manutenzione di edifici;
  • operatori ecologici e soggetti che si occupano di separare o raccogliere rifiuti;
  • addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
  • marittimi;
  • pescatori;
  • siderurgici;
  • agricoli.

Queste sono le attività considerate gravose per il 2024. E devono essere state svolte per sette degli ultimi dieci anni di carriera o per almeno sei degli ultimi sette anni. Sono sparite quindi tutte le altre attività previste nel biennio scorso. Un vero dramma per molti che non hanno fatto in tempo a maturare il diritto all’Ape sociale nei due anni appena trascorsi.