Nel contesto attuale del sistema pensionistico italiano, i pensionati non dovrebbero aspettarsi ulteriori aumenti delle pensioni a maggio, in seguito agli incrementi già applicati nei mesi precedenti. Questi ultimi sono derivati dalla rivalutazione annuale legata all’inflazione e da una revisione delle aliquote dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), che ha portato a un risparmio massimo annuo di 260 euro per i beneficiari.

Tuttavia, ci sono buone notizie all’orizzonte. Il governo sta considerando, per il futuro, una ulteriore semplificazione degli scaglioni e delle aliquote IRPEF, con un occhio di riguardo verso i redditi più elevati, esclusi dall’ultima riforma.

E se guardiamo all’attuale riduzione dell’aliquota per il secondo scaglione di reddito, che è passata dal 25% al 23%, beneficia chi guadagna oltre 15.000 euro annui. Tuttavia, per coloro che guadagnano più di 50.000 euro, non è previsto alcun aumento pensionistico e sono state ridotte le detrazioni spettanti.

Qualche numero per il presente e futuro

Le prime stime indicano che la nuova struttura dell’IRPEF potrebbe aumentare le pensioni di 100 euro al mese, ma solo per chi supera una certa soglia di reddito. Gli attuali tre scaglioni IRPEF hanno reso la ritenuta applicata alle pensioni più favorevole rispetto all’anno precedente, con un’aliquota del 23% anziché del 25% applicata agli assegni pensionistici che rientrano nella fascia tra 15.000 e 28.000 euro annui.

Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha discusso la possibilità di estendere lo scaglione fiscale che va da 28.000 a 50.000 euro fino a 55.000 euro, garantendo così un aumento fino a 660 euro annui per chi percepisce una pensione tra 50.000 e 55.000 euro lordi. È inoltre in considerazione la riduzione dell’aliquota applicata a questo scaglione dal 35% al 34%, o addirittura al 33%, il che potrebbe tradursi in un aumento fino a 1.200 euro annui, equivalenti a 100 euro al mese.

Nonostante questi vantaggi per i redditi più alti, le pensioni inferiori ai 28.000 euro non beneficeranno dei tagli, e coloro che percepiscono meno di 15.000 euro rimarranno particolarmente insoddisfatti, visto che non hanno ricevuto benefici sostanziali dalle recenti riforme fiscali.

Aumento pensioni, estate più ricca non per tutti

Ad ogni modo, pausa di maggio a parte, i pensionati possono guardare con ottimismo ai mesi estivi del 2024, in particolare a luglio, quando è previsto l’arrivo della quattordicesima mensilità sulla pensione, e ad agosto, che potrebbe vedere il rimborso del credito Irpef risultante dalla dichiarazione dei redditi.

Per chi presenta il 730/2024 con sostituto d’imposta, infatti, laddove dovesse maturare un credito IRPEF e addizionali, se detto credito è chiesto a rimborso, l’accredito dell’importo a proprio favore partirà da agosto/settembre e giungerà direttamente sul cedolino pensione. Discorso diverso per chi farà il 730/2024 senza sostituto d’imposta. Per questo ultimi il rimborso dovrà arrivare dall’Agenzia Entrate e i tempi sono più lunghi.

Guardando ancora più avanti, il 2024 si preannuncia anche un anno significativo con una nuova rivalutazione delle pensioni, prevista all’1,6%, e la possibile introduzione di una riforma fiscale, a patto che le risorse finanziarie lo permettano.

Riassumendo

  • a maggio 2024 non ci sarà ulteriore aumento pensioni rispetto a quello già applicato con la rivalutazione automatica
  • per il futuro ci potrebbe essere un ulteriore taglio delle aliquote IRPEF con conseguente beneficio anche per i pensionati
  • a luglio arriverà la quattordicesima (per chi ne ha diritto)
  • ad agosto, per chi è a rimborso con il 730, arriverà l’accredito dell’importo direttamente sul cedolino pensione.