Il pagamento del trattamento di fine rapporto, detto anche Tfr, di regola è riconosciuto al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Il datore lo corrisponde entro il mese successivo dal licenziamento o dimissioni anche per andare in pensione con Opzione Donna. La stessa regola non vale però per i dipendenti pubblici, costretti ad aspettare tempi lunghissimi prima di avere il trattamento di fine servizio o Tfs.

Da sapere che dal 2014 il pagamento del Tfs è cambiato in base all’introduzione di una norma che ne dilaziona la corresponsione a favore del lavoratore pubblico.

Si è creata così una discriminante fra lavoratori privati e statali, anche nel caso di Opzione Donna. Il che ha sollevato forti polemiche al punto che una recente sentenza della Corte Costizionale ha dichiarato illiegittimo il Tfs dilazionato e quella norma presto dovrà essere corretta dal legislatore.

Pagamento Tfr e Tfs con Opzione Donna

Ma veniamo al punto del nostro articolo, visto che alcune lettrici che stanno per andare in pensione con Opzione Donna ci hanno scritto per sapere quando prenderanno il Tfr o Tfs. Come detto, nel caso di dipendenti del settore privato non ci sono problemi di attesa. Mentre per le lavoratrici del settore pubblico bisognerà aspettare almeno 24 mesi dalla data di dimissioni dall’impiego. Tempi che facilmente arriveranno a 27 mesi per via del fatto che l’Inps si prende altri 3 mesi al massimo di tempo per gestire ed elaborare la pratica (tempi tecnici).

Ma qual è la regola per gli statali? Unica eccezione sono i casi di inabilità o decesso per i quali il Tfs è pagato quasi subito, dopo soli 3 mesi e mezzo dal congedo. In tutti gli altri casi bisogna aspettare 12 mesi dalla cessazione dal servizio per limiti di età o per estinzione del rapporto di lavoro a tempo determinato. O a seguito di risoluzione unilaterale dello stesso.

In caso di dimissioni, invece, bisogna attendere 24 mesi. Quindi per tutti i casi di pensioni anticipate per i quali è prevista la dimissione del dipendente i tempi per ottenere il Tfs sono questi. Quindi anche per le lavoratrici che vanno in pensione con Opzione Donna.

Anticipo della buonuscita per gli statali

Per ovviare a questo problema, la lavoratrice può chiedere l’anticipo del Tfs presso le banche convenzionate. I finanziamenti, però, a valere sulla totalità del trattamento di fine servizio maturato, sono concessi a fronte di un tasso debitore che arriva mediamente al 4-5%. Oltre a costi di istruttoria e liquidazione della pratica.

In alternativa la lavoratrice dipendente pubblica può fare domanda al Fondo Credito presso l’Inps ottenendo lo stesso servizio a un costo decisamente più basso. Da febbraio 2023 il fondo finanzia anche l’anticipo del Tfs per i dipendenti pubblici a tasso agevolato. Grazie a una delibera Inps dello scorso anno, infatti, molti pensionati hanno oggi accesso al finanziamento a tasso agevolato del 1%.

Non tutti, però, vi possono accedere. Solo coloro che risultano iscritti al fondo prima del pensionamento. O coloro che, pur non essendo iscritti, hanno deciso di iscriversi nella finestra temporale riaperta fra il 20 agosto 2021 e 20 febbraio 2022. Orbene, poiché la decisione dell’Inps di agevolare il finanziamento del Tfs a tasso agevolato risale a novembre 2022, molti dipendenti pubblici e pensionati stanno facendo pressione per riaprire la finestra di adesione al Fondo Credito.

Riassumendo…

  • Il Tfr è riconosciuto subito dopo le dimissioni prima di andare in pensione
  • Per il Tfs, riservato agli statali, bisogna invece attendere almeno 24 mesi dopo le dimissioni.
  • Tempi diversi per chi va in pensione con Opzione Donna se dipendente statale o privato.
  • L’anticipo del Tfs è possibile tramite banche convenzionate o Fondo Credito Inps.