Anche per le donne diventa più difficile andare in pensione anticipata nel 2024. La legge di bilancio ha modificato alcuni requisiti relativi alle deroghe Fornero previste da Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale. Nulla è cambiato, invece, per quanto riguarda le regole del pensionamento ordinario che resta fermo a 67 anni di età o con 41 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dagli anni sulla carta di identità.

In particolare Opzione Donna, cavallo di battaglia delle lavoratrici dipendenti e autonome fino alla fine del 2022, è diventato oggi quasi impraticabile.

Al punto che le domande di pensione anticipata con questo sistema sono letteralmente crollate nel 2023 e per quest’anno si prevedono solo poche migliaia di richieste. Segno del cambiamento dei tempi e del fatto che il governo non intende più concedere tanto allegramente rendite prima del tempo. Se non in casi di particolare disagio per chi lavora.

Opzione Donna, adesso servono 61 anni di età

Opzione Donna è diventata così più stringente dallo scorso anno. Dal 2023 per beneficiare della misura previdenziale che consente alle lavoratrici di andare in pensione anticipata con il sistema contributivo bisogna rientrare in particolari condizioni sociali. Cioè essere invalide al 74%, caregiver, licenziate o dipendenti di aziende in crisi. Il che ha ristretto notevolmente le vie di accesso a questa prerogativa.

Non solo. Dal 1gennaio 2024 non bastano più 60 anni di età, ma ne occorrono almeno 61. Sconti sono previsti per le lavoratrici con figli: un anno in meno per le lavoratrici con un figlio e due in meno per le lavoratrici con due o più figli. Resta invariato il requisito contributivo a 35 anni interamente versati. Così come le finestre mobili che prevedono il differimento del primo pagamento della pensione di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le lavoratrici autonome.

Ricordiamo che l’importo della pensione con Opzione Donna è calcolato con il sistema contributivo, quindi è inferiore a quello che si otterrebbe con il sistema retributivo, almeno per la parte che interessa, con una conseguente penalizzazione dell’importo dell’assegno che può arrivare anche al 25%.

Le altre vie per la pensione delle donne nel 2024

A parte Opzione Donna, per le lavoratrici, al pari dei lavoratori, resta praticabile ancora la via di Quota 103. Cioè la pensione anticipata a 62anni di età con 41 di contributi. La misura è stata prorogata di 12 mesi, ma Quota 103 quest’anno diventa più penalizzante. Nel senso che con la legge di bilancio, anche questa misura, al pari di Opzione Donna, applicherà il sistema di calcolo della rendita con il metodo contributivo puro.

Si allungano anche le finestre mobili che passano a 7 mesi per i lavoratori del settore privato e 9 mesi per quelli del settore pubblico. Mentre l’ammontare della pensione pagabile dall’Inps non potrà superare la soglia di 4 volte l’importo del trattamento minimo fino al raggiungimento dei requisiti di vecchiaia.

Anche Ape Sociale subisce una modifica in senso restrittivo. Il requisito anagrafico sale a 63 anni e 5 mesi (da 63 anni) dal 2024. Restano invariati i contributi richiesti che generalmente sono di 30 anni con sconto fino a 2 anni per le lavoratrici con figli.

Non cambiano, invece, i requisiti per la pensione anticipata riservata ai lavoratori precoci (41 anni di contributi di cui almeno 12 mesi versati prima del compimento dei 19 anni di età). Idem per il personale appartenente alle forze armate e dell’ordine, oltre ai vigili del fuoco, le cui regole sono rimaste immutate rispetto al 2023.

Riassumendo…

  • Dal 2024 andare in pensione con Opzione Donna diventa più difficile.
  • Servono 61 anni di età alle lavoratrici con possibilità di sconto fino a 2 anni in presenza di figli.
  • Peggiora anche Ape Sociale il cui requisito anagrafico sale a 63 anni e 5 mesi.
  • Invariate le altre opzioni di uscita riservate alle donne