Chi investe in titoli azionari di società estere è spesso soggetto alla doppia imposizione fiscale dei dividendi, qualora la società quotata lo preveda. Fatta eccezione per le imprese, il risparmiatore comune, all’atto dell’accredito del dividendo, si vedrà trattenuta un’imposta doppia rispetto a quella ordinaria italiana, cioè un’imposta composta dal 26% italiana, più quella applicata dal paese dove risiede la società che distribuisce gli utili.

La doppia imposizione sui dividendi

Così può capitare che si percepiscano dividendi di società quotate negli Stati Uniti soggette sia a tassazione locale che italiana e che, nel complesso, possono anche arrivare al 40% del totale.

Esistono tuttavia delle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni che fissano un limite massimo di applicazione dell’imposta, ma spesso è sempre superiore al 26% che è la percentuale applicata dall’Italia sulle cosi dette rendite finanziarie. Così l’investimento internazionale, oltre ad essere tassato dal Paese di residenza del contribuente, viene colpito anche dal fisco di quello oltre frontiera.

Il recupero delle imposte e il netto frontiera

Cosa fare allora per evitare il duplice prelievo fiscale? L’investitore italiano ha diritto a recuperare gran parte delle imposte trattenute dal paese estero che hanno come base imponibile non quella dell’intero dividendo erogato, bensì la base imponibile da assoggettare a tassazione, cioè quella determinata sul cosi detto “netto frontiera“ e che varia da Stato a Stato. Normalmente per chiedere il rimborso di tale quota, le banche mettono a disposizione apposita modulistica e il servizio ad hoc. Tale procedura è, però, spesso onerosa e non sempre vi è la convenienza a attivarla. Qualora la cifra da recuperare fosse importante ne varrà la pena, diversamente, per piccoli importi, è meglio lasciar perdere per la felicità del fisco straniero.

I moduli dell’Agenzia delle Entrate

Un’altra strada è quella del fai da te. L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione la modulistica da inoltrare al fisco straniero per ottenere il rimborso delle imposte sui dividendi erogati.

Non tutti, però. Per molti stati bisogna prendere contatti con il fisco locale o tramite i consolati. Benché la procedura sia gratuita, vi sono però da sostenere dei costi per l’invio della documentazione fiscale e bancaria alle autorità fiscali. Per non parlare poi dei tempi di attesa e del rischio di rigetto della richiesta qualora mancasse qualche dato. Anche in questo caso, vale la pena avviare la procedura di recupero, magari con l’ausilio di società specializzate o commercialisti, solo se si tratta di cifre importanti.