Danno da errore medico e responsabilità medica come stabilirla? la responsabilità medica subentra quando il medico sottopone al paziente una terapia sbagliata, anche se dovuta da una diagnosi errata. Ciò può comportare un peggioramento delle condizioni di salute del paziente. L’errore medico legittima il paziente a richiedere il risarcimento del danno.

Danno da errore medico: i tempi per la presentazione del risarcimento

Il termine per la richiesta di risarcimento inizia a decorrere dal momento che si ha consapevolezza dell’errore medico.

Lo spiega la recente sentenza della Corte di Cassazione n. 44335/16 del 19.10.2016: “Il termine per proporre la querela per il reato di lesioni colpose determinate da colpa medica inizia a decorrere non già dal momento in cui la persona offesa ha avuto consapevolezza della patologia contratta, bensì da quello, eventualmente successivo, in cui la stessa è venuta a conoscenza della possibilità che sulla menzionata patologia abbiano influito errori diagnostici o terapeutici dei sanitari che l’hanno curata” .

Quando il medico è responsabile dell’errore?

Si considera errore medico quando una determinata scelta terapeutica procura al paziente un peggioramento della sua situazione clinica, creando un danno.
Questo è un principio generale, che va considerato sia quanto ci si trova davanti ad un intervento chirurgico non eseguito in modo corretto, sia quando si somministrano farmaci senza considerare il danno clinico del paziente.

Ad esempio: quando non si considera che l’assunzione di un determinato farmaco associato ad altri farmaci possa causare delle complicazioni.

La casistica e ampia e complessa, vediamo insieme in quali casi è possibile fare causa per un errore medico:

  • quando si effettua una diagnosi sbagliata;
  • quando si effettua una diagnosi ritardata, e se si riesce a provare che il ritardo ha pregiudicato lo stato di salute del paziente;
  • quando non si effettuano gli esami che avrebbero potuto chiarire patologia del paziente;
  • quando si sbaglia un intervento chirurgico;
  • quando le cure dopo un intervento sono errate o insufficienti.

In questi casi il paziente vittima dell’errore medico, può far valere i propri diritti e chiedere il risarcimento del danno.

Danno da errore medico: a chi fare causa?

Nel caso in cui si è sicuri di un errore medico, allora il paziente o la sua famiglia è legittimata a richiedere risarcimento. Il risarcimento del danno può essere richiesto al medico che ha stabilito la diagnosi, somministrato la terapia, eseguito l’intervento, ecc.
La richiesta può essere rivolta alla struttura ospedaliera nella quale il medico in regime di convenzione o in qualità di dipendente. Nel caso che si tratti di una struttura pubblica, il risarcimento dovrà essere inviato anche all’ASL di riferimento.

Danno da errore medico: la responsabilità penale del medico

Il comportamento del medico che procura al paziente un peggioramento delle sue condizioni di salute, oltre a creare i presupposti per un risarcimento del danno, può integrare anche il reato di lesioni personali colpose, secondo l’art. 590 del codice penale. Oppure in caso di decesso del paziente a causa dell’errore medico, il reato si trasforma in omicidio colposo secondo l’art. 589 del codice penale.
La riforma attuale del 2012 c.d. Legge Balduzzi, sulla responsabilità penale derivante dall’errore medico, ha stabilito che il medico che si attiene alle linee guida e si è uniformato alle c.d. buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica non risponde penalmente per le lesioni causate al paziente se queste derivano da una colpa lieve.