Che sia difficile varare la riforma delle pensioni nessuno può negarlo. Che sia complicato mettere mano al sistema con la prossima legge di bilancio e altrettanto innegabile. Questo non vuol dire che al governo ci sia immobilismo e quindi che il legislatore sia fermo alle misure di oggi. Perché effettivamente qualcosa nella legge di bilancio verrà fatto e non mancano alcune sorprese, soprattutto, novità  positive per alcuni lavoratori. In risposta ai tantissimi quesiti che ci arrivano e che riguardano il sistema previdenziale italiano e la sua eventuale riforma ecco un quadro dettagliato della situazione ad oggi.

Con le misure che dovrebbero rientrare nel classico pacchetto pensioni della legge di bilancio 2024.

Dalla pensione a 62 anni ai nati nel 1961, ecco misura per misura il punto sulla riforma

La quota 41 per tutti oppure la flessibilità a partire dai 62 anni, o ancora la quota 96 o la pensione in due quote, probabilmente resteranno solo progetti e idee da sviluppare nel corso del 2024. Per varare una vera riforma del sistema per la fine di questa legislatura del governo Meloni. Nella prossima legge di stabilità non ci sarà la riforma delle pensioni, ma ci saranno semplicemente alcuni ritocchi alla normativa in vigore. Ma saranno ritocchi importanti comunque. In effetti sono diversi i punti da analizzare in vista della prossima legge di stabilità del governo. Gioco forza qualcosa andrà fatto. E sulla legge di bilancio diverse sono le misure che saranno ritoccate e previste nel pacchetto pensioni. E adesso vedremo una per una quelle di cui si parla con maggiore insistenza.

Quota 103 ai nastri di partenza del 2024

Una misura che ormai è praticamente certo che sarà presente nel pacchetto pensioni nella prossima legge di bilancio è senza dubbio la quota 103. Non è una nuova pensione perché come tutti sanno, quota 103 è stata in vigore anche nel 2023. Ma anziché scadere proprio alla fine del 2023, probabilmente verrà rinnovata.

E questa è una cosa importante. Perché si tratta però pur sempre di una misura che consente un pensionamento a 62 anni di età per quanti completano anche 41 anni di contributi versati. La misura dovrebbe essere confermata in maniera intatta rispetto a quella odierna anche nel 2024. E di fatto ci sarà il nuovo via libera al pensionamento con 41 anni di contributi versati per tutti i nati fino al 1962. In pratica tutti coloro che nel 2024 compiranno 62 anni di età.

Opzione Donna ancora una proroga, ma in che versione per le pensioni 2024?

Opzione Donna si trova nella stessa condizione di quota 103, con la misura in scadenza il 31 dicembre 2023 ma con ottime possibilità di proroga. E probabilmente si applicherà una proroga con correttivi annessi alla misura. Soprattutto, ci sarà un passo indietro sulle limitazioni inserite nel 2023 sulla misura. Opzione Donna verrà quasi certamente prorogata di un altro anno ritornando a consentire il pensionamento a tutte le lavoratrici e non solo a determinate categorie. Una misura che ha permesso negli anni un pensionamento anticipato di oltre 20.000 lavoratrici per anno, nel 2023 ha consentito l’uscita solo a poco più di 7.000 lavoratrici.

Questo per il fatto che la misura è limitata come platea a caregivers, invalide, licenziate e in aziende in crisi. Limitazioni che saranno eliminate, almeno stando alle ultime indiscrezioni. Ma non si tornerà alla formula che consentiva l’uscita a 58 anni per tutte le dipendenti e a 59 anni per tutte le autonome. Si arriverà probabilmente ad uscite a 60 anni. Eliminando anche gli sconti in base ai figli avuti, che permette quest’anno uscite a 58 anni per invalide e caregivers che hanno avuto due o più figli, o a 59 anni per quante hanno avuto un solo figlio.

Anticipo pensionistico sociale, a che punto siamo con la proroga?

Alcuni lavoratori alle prese con le mansioni gravose, gli invalidi, chi assiste un parente disabile ed i disoccupati, potrebbero poter sfruttare l’Ape sociale anche nel 2024.

Come per le due precedenti misure di cui abbiamo parlato prima nei paragrafi precedenti, anche l’Ape sociale dovrebbe essere rinnovata ancora una volta e per un altro anno. E tutto rimarrà praticamente intatto rispetto a quest’anno. Potranno uscire quindi i lavori gravosi con 63 anni di età e almeno 36 anni di contributi a meno che il lavoro gravoso svolto non sia del settore edile o nel settore della ceramica. In questo caso continueranno a bastare 32 anni di contributi.

Inoltre, la misura resterà fruibile con 30 anni di contributi versati è sempre a partire dai 63 anni di età per i disoccupati, gli invalidi e i caregivers.