La spesa per il Reddito di Cittadinanza e per la Quota 100 è stata inferiore al previsto. Con la differenza risparmiata il Governo potrebbe studiare un nuovo bonus per le famiglie in difficoltà economica. Il progetto è quello di istituire un assegno unico. Ecco come funzionerebbe e chi potrebbe farne domanda.

Assegno unico per famiglie: a chi spetterebbe?

L’idea del governo è quella di prevedere un assegno per ogni figlio a carico pari ad un massimo di 240 euro, e fino al raggiungimento della maggiore età.

L’importo andrebbe poi a calare fino a 80 euro tra i 18 e i 26 anni.

Si chiama assegno unico perché la misura potrebbe assorbire tutte quelle fino ad ora previste superandone anche alcuni limiti. Così, ad esempio:

  • gli assegni familiari diventerebbero una detrazione dalla busta paga;
  • sarebbe previsto un ulteriore contributo alla natalità per incentivare le nascite;
  • si risolverebbero alcune incongruenze che tagliano fuori gli autonomi.

L’assegno unico potrebbe essere erogato a partire dal 2020 procedendo per gradi e dando priorità alle famiglie con reddito inferiore a 8 mila euro e con più di un figlio a carico.

Per il momento comunque si tratta di una bozza, di un’idea. Niente di ufficiale o già deciso. Seguiremo da vicino le decisioni del governo per prevedere i prossimi sviluppi.

Dove l’assegno unico già esiste

Diverso è il discorso per gli assegni unici provinciali, che già esistono in alcune regioni. Ad esempio in Trentino è riconosciuto un assegno unico alle famiglie in cui sono presenti figli minori, persone invalide o a basso reddito, con domande a partire da ottobre. Il riconoscimento è soggetto ad aggiornamento del proprio Icef, l’indicatore del reddito e patrimonio del nucleo familiare. L’importo spettante viene modulato in base al reddito.