Da novembre le pensioni aumentano dello 0,2%. E’ l’effetto conguaglio della perequazione automatica sugli assegni 2022 che il governo ha deciso di anticipare di due mesi rispetto alla usuale tabella di marcia.

Una misura che interessa tutti i pensionati in Italia e che riguarda oltre 22 milioni di prestazioni previdenziali. Gli adeguamenti dello 0,2% su tutti gli assegni erano già in programma per gennaio 2023, ma con il decreto Aiuti bis sono anticipati per fronteggiare l’impennata dell’inflazione.

A novembre le pensioni aumentano dello 0,2%

I trattamenti previdenziali sono quindi definitivamente aggiornati.

Come spiega meglio la circolare Inps n. 120 del 26 ottobre 2022, l’incremento è attuato

al fine di contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2022 e sostenere il potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche, in via eccezionale

Nel dettaglio, si tratta del recupero della rivalutazione dello 0,2% dello scorso anno (l’inflazione definitiva nel 2021 è risultata pari a + 1,90% anziché dello 1,70% provvisoriamente applicato dall’Inps). Con il cedolino di novembre saranno corrisposti anche gli arretrati maturati dal 1° gennaio 2022 al 30 settembre 2022.

A conti fatti, una pensione media di vecchiaia da 1.300 euro circa, crescerà di 2,60 euro al mese. Ci sono poi dieci mensilità di arretrati che corrispondono ad altri 26 euro. Il pensionato riceverà quindi a novembre un aumento di 22,60 euro in tutto. Poca roba, vero, ma si tratta solo di un conguaglio: il grosso della rivalutazione è già stato corrisposto a inizio anno.

Incrementi ridotti per quelle d’oro e d’argento 

In sostanza, quindi, le pensioni di novembre sono rivalutate definitivamente del 1,90% per il 2022. Con anticipo di due mesi rispetto a quanto previsto dalla legge. Va precisato che gli assegni più alti sono soggetti a incrementi ridotti rispetto a quelli più bassi, secondo quanto previsto dalla normativa vigente.

Ricordiamo, quindi, che chi percepisce pensioni d’oro o d’argento non gode della piena perequazione automatica. La legge fissa i seguenti limiti:

  • fino a 4 volte il minimo rivalutazione al 100%;
  • fra quattro e cinque volte il minimo rivalutazione al 90%;
  • sopra cinque volte il minimo rivalutazione del 75%.

In base a questa scaletta sono rivalutate anche le precedenti pensioni.

Così come saranno incrementate quelle future che rimangono soggette a ridimensionamento strutturale in base agli scaglioni.

Non subiscono l’adeguamento all’inflazione le pensioni a carico delle assicurazioni facoltative, come il Fondo clero. Ma nemmeno le prestazioni a carattere assistenziale, come gli assegni di invalidità civile, che seguiranno criteri di rivalutazione diversi.