Quando si parla di pensioni in Italia il primo limite del sistema è quello relativo ai requisiti pensionistici per poter andare in pensione prima. Infatti comunemente si dice che in Italia i requisiti di accesso alle pensioni sono piuttosto rigidi e difficili da centrare. Ma questo non è l’unico fattore di critica all’intero sistema pensioni italiano. Infatti anche sugli importi delle pensioni gli appunti da muovere sono molteplici. Per le pensioni infatti gli importi che percepiscono i pensionati annualmente sono sempre piuttosto scarni a tal punto che il problema delle pensioni minime è un problema che ha interessato gli ultimi governi.

Ad esempio, il nuovo esecutivo Meloni ha deciso di portare a 600 euro la pensione minima per gli over 75. Ma in genere, a prescindere dall’operato dei governi ed a prescindere dalle nuove misure varate ogni volta, ci sono delle prestazioni che consentono di far salire l’importo della pensione per determinati contribuenti. Parliamo per esempio delle cosiddette maggiorazioni sociali.

“Buonasera, sono una pensionata di 71 anni che si chiede cosa ci sarebbe da fare per percepire una pensione più alta rispetto a quella odierna. Infatti vivo con meno di 500 euro al mese e non avendo altri redditi a cui attingere credo che la mia situazione sia davvero al limite della povertà. Leggo ovunque che l’INPS offre quelle che si chiamano maggiorazioni sociali che fanno salire la pensione. Ma sono soldi che però bisogna richiedere all’INPS se non ho capito male. Potete spiegami come funziona, magari per percepire una pensione più alta di quella di oggi?”

Il sistema contributivo nemico degli assegni pensionistici

In passato le pensioni degli italiani erano calcolate in base alle ultime retribuzioni percepite durante la loro carriera lavorativa. Con l’ingresso della riforma Dini, dalla retribuzione si è passati alla contribuzione. In pratica adesso, ciò che incide sul calcolo di una prestazione pensionistica è l’ammontare dei contributi versati, altrimenti detto montante contributivo e non più la retribuzione ricevuta negli ultimi anni di carriera.

Un cambiamento che è stato accentuato dalla riforma Fornero e che ha prodotto pensione più povere per la stragrande maggioranza dei pensionati che sono usciti con questo sistema pensionistico. Detto questo, le pensioni degli italiani restano piuttosto basse. Ma va detto anche che le soluzioni offerte dall’Istituto Previdenziale italiano per renderle più dignitose esistono e non sono difficili da utilizzare. Tralasciando la novità della pensione a 600 euro per gli over 75 introdotta dal governo Meloni, oggi affrontiamo il caso delle maggiorazioni sociali. Che poi è l’oggetto della domanda della nostra lettrice.

 

Da 25 a 136 euro al mese sulla pensione e come richiederli

La maggiorazione sociale altro non è che una somma aggiuntiva sulla prestazione pensionistica che produce un concreto aumento dell’assegno per diversi contribuenti. Naturalmente non è per tutti i pensionati perché ci sono quanti non hanno diritto a ricevere queste maggiorazioni così come le maggiorazioni non sono uguali per tutti i contribuenti. Spesso delle maggiorazioni sociali si parla nel momento in cui escono fuori i cosiddetti diritti inespressi. Proprio perché le maggiorazioni sociali sono somme aggiuntive sulla pensione che l’INPS non eroga automaticamente. Le maggiorazioni finiscono con l’essere lasciate spesso non richieste da parte dei pensionati. E passano anni di pensione senza chiedere alcuna somma aggiuntiva e quindi perdendo una parte della pensione. E ci sono pensionati che non prendono quello che effettivamente gli spetta di diritto. Come detto, per ottenere le maggiorazioni sociali sulla pensione minima bisogna rientrare nei requisiti prescritti. Serve un determinato reddito ed un altrettanto determinata età. Infatti i pensionati tra i 60 ed i 64 anni di età per ottenere la loro maggiorazione spettante (25,83 euro in più al mese), devono avere un reddito proprio entro la soglia dei 7.664,41 euro all’anno.

Per i coniugati, reddito proprio fino a 7.664,41 euro e reddito con il coniuge fino a 14.206,92. Sale l’età e salgono le soglie, così come sale la maggiorazione. Infatti la soglia reddituale da non superare passa a 8.402,94 euro per il reddito proprio e 14.945,45 euro per i pensionati coniugati. La maggiorazione spettante invece è pari a 82,64 euro in più al mese. Per gli over 70 invece, maggiorazione da 136,44 euro al mese e soglie che salgono a 9.102,34 euro di reddito personale e 15.644,85 euro di reddito coniugale.