Ormai siamo entrati nel secondo anno di funzionamento dell’assegno unico universale sui figli a carico. Introdotto lo scorso mese di marzo 2022 ormai la misura va verso il completamento del suo primo anno di funzionamento. Il mese di marzo 2023 però rappresenterà il mese a partire dal quale le famiglie beneficiarie dell’assegno unico universale sui figli al di sotto dei 21 anni di età, dovranno ricevere la misura alla luce del nuovo ISEE rinnovato. Infatti l’unico obbligo che hanno le famiglie che già nel 2022 hanno beneficato dell’assegno unico, è quello di riprodurre ISEE e cioè di aggiornare l’ISEE e renderlo di nuovo in corso di validità.
Questo, visto che il precedente ISEE è scaduto il 31 dicembre 2022. Nessuna nuova domanda dovranno fare i beneficiari della prestazione perché varrà quella presentata lo scorso anno nel 2022. Però non è neutra da novità la misura, soprattutto per gli importi in più che qualcuno già a gennaio si è reso conto di aver percepito rispetto alle mensilità passate.

La domanda del nostro lettore

“Buonasera, sono un padre di famiglia come moglie e due figli a carico e da marzo 2022 percepisco l’assegno unico universale sui figli. Sono l’unico lavoratore dipendente della mia famiglia visto che mia moglie è casalinga e i miei due figli sono uno di 15 e uno di 16 anni di età, entrambi studenti. Ho appena ricevuto il messaggio dell’Inps che mi annunciava la data di disposizione di pagamento della mensilità di gennaio. Premetto che devo ancora presentare la nuova DSU per l’ISEE ma, a quando ne so, fino a febbraio l’assegno unico si calcola in base all’ISEE dello scorso anno. Non mi spiego allora come mai ho trovato oltre 100 euro di aumento in questa notifica da parte dell’INPS rispetto all’assegno preso a dicembre. Cosa mi dite al riguardo? Vi ringrazio anticipatamente per la risposta.

Come andrà avanti l’assegno unico nel 2023

Ormai il cronoprogramma dell’assegno unico 2023 è chiaro. E tutti i beneficiari della misura che ha sostituito assegni familiari, bonus bebè e detrazioni sui carichi di famiglia lo conoscono. L’assegno unico continuerà a essere erogato alle famiglie che ne beneficiano già dallo scorso anno. E verrà percepito in maniera praticamente automatica. Infatti nessuna nuova domanda sarà necessaria per chi era già beneficiario della misura. Inoltre, chi lo percepiva lo scorso anno dovrà soltanto provvedere a rinnovare l’ISEE, presentando la nuova DSU all’INPS entro la fine del mese di febbraio. Infatti, va sottolineato che gennaio e febbraio 2023 sono mesi in cui l’assegno unico arriva da parte dell’INPS alla stessa maniera già in essere dallo scorso anno. Quindi, ISEE da rinnovare entro il 28 febbraio, se l’interessato non vuole correre il rischio di prendere a marzo la quota minima come se avesse un ISEE oltre i 40.000 euro o come se non avesse per niente presentato l’ISEE. L’assegno unico infatti resta modulato in base all’Indicatore della situazione economica equivalente.

Arretrati di assegno unico solo se ISEE rinnovato entro il 30 giugno

Come accadde lo scorso anno, anche quest’anno ci sarà una fase di salvaguardia che permetterà a chi ritarderà nel rinnovo dell’ISEE, di non perdere soldi. Infatti come detto in precedenza, rinnovando l’ISEE entro il 28 febbraio non si corrono rischi. Ma se lo si rinnova entro il 30 giugno, anche le mensilità pagate alla quota minima, verranno conguagliate con gli arretrati. Che invece verranno perduti per sempre se il rinnovo dell’ISEE e la presentazione della nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica sopraggiungono dopo il 30 giugno.

Nuovi importi dell’assegno unico, cos’è la maggiorazione compensativa

Diversi i ritocchi che il governo ha introdotto sull’assegno unico nel 2023.
E lo ha fatto con la manovra finanziaria appena entrata in vigore lo scorso primo gennaio. Per esempio il governo ha introdotto l’aumento della maggiorazione per i nuclei familiari con almeno 4 figli. Che passa da 100 a 150 euro (incremento del 50% come previsto dalla legge di Bilancio). Aumento del 50% anche per l’assegno spettante a nuclei familiari con almeno 3 figli a carico ma solo per i figli fino a 3 anni di età, o per qualsiasi nucleo familiare, sui figli fino al loro primo anno di vita. In teoria questi nuovi importi scatteranno a febbraio, anche se, come il nostro lettore segnala, c’è chi ha già ricevuto cifre più elevate, senza sapere il perché. A febbraio ci saranno anche gli aumenti dovuti alla rivalutazione legata all’aumento del costo della vita, che se confermati al 7,3% (80% del tasso di inflazione) porterebbero l’assegno unico a passare dagli attuali 175 euro a 187,8 euro. E naturalmente finirebbe con il variare anche il limite ISEE fino al quale le famiglie percepiscono la cifra massima spettante al netto delle maggiorazione, che salirebbe da 15.000 a 16.095 euro.

Altre variazioni sull’assegno unico sui figli a carico

Da 100 a 150 euro passa la maggiorazione per le famiglie numerose. Parliamo della cosiddetta maggiorazione forfettaria famiglie numerose. Ed ormai è fisso l’incremento di 120 euro della maggiorazione compensativa che spetta alle famiglie che prima dell’assegno unico percepivano gli ANF. Per le famiglie di questo genere, con un ISEE  fino a 25.000 euro, tale surplus spetta in un caso specifico. E cioè se la differenza tra gli ANF (assegno nucleo familiare) e assegno unico ha segno positivo.