Dal 1 gennaio 2023 la Croazia entra ufficialmente nell’are Schengen e adotta l’euro come moneta unica nazionale. Un altro Paese si avvicina quindi all’Europa e, per chi investe o è alla ricerca di un posto vicino a casa dove pagare meno tasse, la porta è adesso spalancata.

La Croazia è infatti uno dei Paesi Ue dove non si pagano tasse sulle rendite finanziarie. Un vero e proprio paradiso fiscale per rentier, cioè coloro che vivono di rendita, grazie agli interessi che si maturano sui capitali.

Il monitoraggio fiscale sui capitali

Stiamo parlando di soluzioni alternative a quelle della giurisdizione italiana, dove il fisco si accanisce sui risparmi dei cittadini. Quindi non si tratta di eludere o nascondere capitali cercando un porto sicuro per farlo.

Anzi, a dire il vero, oggi come oggi, nessun Paese europeo rappresenta un porto sicuro per eludere il fisco, sempre più a caccia di imposte sulle rendite finanziarie e capital gain. Chi esporta capitali lo deve dichiarare e se non lo fa è immediatamente pizzicato dal fisco, grazie alle procedure automatizzate di interscambio delle informazioni fiscali.

Ma se si cambia la residenza e la si porta in Croazia, tutto diventa magicamente lecito e regolare. Qui non si pagano le imposte del 26% sul capital gain come in Italia. E nemmeno le tasse sui rendimenti dei titoli di Stato, delle obbligazioni o sulle giacenze di conto corrente.

Cosa fare allora? L’unica possibilità è abbandonare la residenza in Italia, trasferirsi a vivere altrove cambiando completamente abitudini di vita e lingua. Posto che ne valga la pena e che occorre trascorrere nel Paese di destinazione almeno 183 giorni all’anno, quali sono le mete preferite in Europa dai capitalisti italiani?

Trasferirsi in Croazia conviene

Scandagliano qua e là le normative fiscali in vigore nei vari Paesi del continente, vi sono diverse destinazioni che potrebbero fare al caso specifico, come Cipro, Grecia, Malta, Lussemburgo.

Ma i Paesi che più di tutti trattano meglio i rentiers, sono la Bulgaria e la Croazia.

Quest’ultima, a differenza della Bulgaria, fa parte dal 1 gennaio dello spazio Schengen e adotta la moneta unica. Per cui è a tutti gli effetti un Paese Ue. A Zagabria non si paga alcun tipo di imposta sugli interessi dei titoli di stato, delle obbligazioni e dei dividendi delle società quotate, viceversa in Italia il prelievo ammonta al 26% (12,50% per i titoli di stato). In Croazia si paga, invece il capital gain, ma ammonta al 14,16%. Così come gli interessi sui depositi per i quali il fisco croato chiede, al pari del capital gain, il 14,16% all’anno. Sempre meno che in Italia dove si paga il 26%.

In Croazia la tassazione più bassa d’Europa

La Croazia è quindi uno dei 28 stati membri della Comunità Europea a fiscalità privilegiata, pur non essendo un paradiso fiscale. E’ riuscita finora a mantenere un basso costo della vita e a favorire la crescita economica anche grazie ai capitali stranieri. Bisognerà però vedere se le cose resteranno così o cambieranno adesso che il Paese è a tutti gli effetti un membro della Ue.