Si parla sempre più spesso di coaching aziendale volto al singolo dipendente o a gruppi di lavoro ma cosa è e come si diventa coaching aziendale? Il coaching consiste in diverse tecniche volte a sviluppare le potenzialità dell’individuo per permettergli di raggiungere gli obiettivi che si prefigge e per fare i modo che aumentino le sue performance a livello lavorativo. Nella nostra epoca il lavoro sta subendo una perenne trasformazione essendo un continuo “divenire” quindi una azienda che vuole essere e restare competitiva deve puntare anche e soprattutto sulla formazione dei propri dipendenti.

Il coaching aziendale è, quindi, un processo volto a migliorare le competenze personali con l’aiuto di un esperto che illustrerà le giuste tecniche da mettere in atto per motivare il lavoratore. L’esperto cecherà di fare leva sulle peculiarità di ogni singolo dipendente e di ogni team di lavoro. Il coaching, quindi, oltre a migliorare le performance del singolo mira a:

  • migliorare la comunicazione all’interno dell’azienda
  • mettere in luce i fini condivisi dei dipendenti
  • incentivare la visione del posto di lavoro
  • spingere i lavoratori a raggiungere gli obiettivi condivisi
  • pensare al posto di lavoro come a un luogo di crescita personale e lavorativa
  • motivare i dipendenti

  Questa pratica inoltre aiuta i dipendenti a sviluppare un senso di appartenenza fra i membri della stessa azienda e in questo modo viene incentivata la produttività Lo scopo principale del coaching aziendale è quello di rendere ogni dipendente consapevole delle proprie potenzialità e delle risorse che si hanno a disposizione; rafforzando l’autostima il coaching aiuta a raggiungere gli obiettivi tramite percorsi che il dipendente sente propri o dei quali è convinto piuttosto che percepirli come un ordine dall’alto.

 

Come funziona il coaching aziendale?

  •  Innanzitutto si procedere a definire quelli che sono gli obiettivi da raggiungere che possono riguardare qualsiasi ramo dell’azienda, dall’aumento della produttività alla coesione tra colleghi
  • Una volta definiti li obiettivi si procede con la valutazione delle risorse che ogni singolo dipendente ha a sua disposizione ponendo l’accento sui punti di forza che molto spesso sono sottovalutati.
  • A questo punto bisogna analizzare anche gli ostacoli che potrebbero rendere più difficoltoso il raggiungimento degli obiettivi.
  •  Si elaborano, quindi, tecniche per rafforzare i punti di forza e per superare quelli di debolezza

 

Come diventare formatore

Nonostante la professione di coach esista da diversi decenni non c’è in Italia nessun percorso universitario che permetta di acquisire le competenze che servono per poter esercitare la professione. Anche se non si tratta di una professione standardizzata e non esistono Ordini e Albi professionali non esistono neanche esami che permettono di diventare un coach ufficialmente. Per poter diventare coach quindi, l’unica strada percorribile p quella delle associazioni libere di professionisti e imprese che, dopo alcuni esami sostenuti, certificano la qualità dei propri formatori. Anche se le associazioni suggeriscono i percorsi da seguire non è detto che questi siano gli unici che permettono di ufficializzare la professione poiché per diventare un buon coach si possono seguire anche percorsi all’estero. Non essendoci formazioni ufficiali per diventare un buon coach sicuramente è bene iniziare da qual