Da ottobre sono aumentati gli importi della pensione del 2%. Come previsto dalle disposizioni governative, gli assegni sono rivalutati parzialmente e in anticipo di tre mesi rispetto alla data prevista per la perequazione automatica 2023.

Una misura emergenziale intrapresa dal governo Draghi per contrastare l’impennata dei prezzi e il caro bollette. Si tratta quindi di un acconto fino a dicembre (tredicesima mensilità compresa) a valere sulla rivalutazione che avverrà nel 2023. Non per tutti, però. Solo per coloro che percepiscono redditi fino a 35 mila euro all’anno.

Chi ha ricevuto gli aumenti sulla pensione di ottobre

L’aumento del 2% sulla pensione di ottobre è quindi avvenuto in automatico per tutti coloro che hanno un assegno inferiore a 2.692 euro lordi al mese. Tuttavia, è possibile che qualche pensionato non abbia ricevuto l’aumento spettante, nonostante la sua rendita sia inferiore a tale soglia.

I motivi possono essere diversi, compresi gli errori tecnici che nell’era moderna non mancano di certo. Vediamo bene cosa potrebbe essere successo senza lasciarsi prendere dal panico e prendere subito d’assalto il Contact Center Inps. Ricordiamo, in proposito, che anche i patronati e i consulenti sono disponibili a fornire ogni tipo di assistenza.

Diciamo subito che trattandosi di una misura che l’Inps ha predisposto in via automatica in base alle risultanze fiscali di ciascuno soggetto, è bene controllare prima la propria soglia di reddito. Che potrebbe essere cambiata lo scorso anno senza averci fatto caso.

Come detto, la causa principale del mancato accredito dell’aumento del 2% è riconducibile a quanto disposto dal decreto Aiuti bis in tema di rivalutazione delle pensioni che prevede una soglia limite di reddito pari a 35 mila euro.

I casi più comuni del mancato aumento della pensione di ottobre

Capita anche che si percepiscano due o più pensioni, erogate magari da enti pensionistici diversi. E una di queste potrebbe essere scattata da poco facendo salire la soglia di reddito.

Ebbene, in questo caso, se la somma delle rendite è superiore a 35 mila euro, l’aumento del 2% non spetta. L’Inps verifica sempre, attraverso il casellario centrale delle pensioni, tutte le prestazioni in pagamento e gli importi di ciascun beneficiario.

Così come può succedere che il reddito della pensione non superi i 35 mila euro all’anno, ma poi vi sono altre fonti di reddito assoggettabili a Irpef che fanno superare tale limite. Anche in questo caso l’Inps si interfaccia coi dati presenti nell’anagrafe fiscale prima di erogare il bonus.

Errori di valutazione possono scaturire anche in base a dichiarazione dei redditi congiunta. In questo caso i controlli automatici potrebbero rilevare una cifra superiore a quella realmente percepita dal pensionato. E quindi non scatta l’aumento del 2% sulla pensione di ottobre.

Cosa fare in caso di mancato pagamento

La prima cosa da fare, quindi, è verificare attentamente quali sono i propri redditi annuali. Cosa che si può fare tranquillamente controllando l’ultima dichiarazione dei redditi dal modello 730.

Per farlo è necessario accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate mediamente le proprie credenziali digitali e seguire le istruzioni presenti nel servizio dedicato.

Qualora il pensionato abbia diritto alla rivalutazione e non l’ha percepita potrà presentare, tramite il sito Inps.it, richiesta di ricostituzione della pensione. Una specie di ricorso amministrativo che avverrà in tempi brevi e il cui esito sarà comunicato all’interessato via mail.

Tutti i pagamenti sono stati elaborati in via automatica per cui una piccola percentuale di errore può capitare. Spetta quindi al pensionato verificare se ha ricevuto o meno l’incremento del 2% sulla pensione di ottobre ed eventualmente segnalarlo con le modalità indicate sopra.

Aumenti pensione per tutti dal 2023

In ogni caso, si ricorda che dal 1 gennaio 2023 tutte le pensioni saranno rivalutate in base ai dati dell’inflazione 2022.

Per cui tutti riceveranno i relativi aumenti a partire da quella data. Ovviamente si tratta di attendere qualche mese per vedersi riconosciuti gli importi spettanti dalla rivalutazione.

Secondo le stime attuali, le pensioni dovrebbero salire di circa l’8% a partire dal 1 gennaio, recependo i dati Istat dell’inflazione. In questo caso, chi ha già ricevuto l’acconto del 2% per gli ultimi tre mesi del 2022 si vedrà riconosciuta la differenza. Per tutti gli altri, invece, spetterà la rivalutazione piena.

Pertanto nulla è perso anche per chi, causa errore o superamento della soglia reddituale, non si è visto riconoscere l’aumento del 2% con la pensione di ottobre. Tutto sarà corrisposto per intero fra pochi mesi. Basta solo avere un po’ di pazienza.