Pagare meno contributi INPS in regime forfettario oppure versare la contribuzione ordinaria?

Entro fine febbraio i contribuenti in regime forfettario dovranno fare una scelta che potrebbe impattare in negativo sulla futura pensione.

Infatti, artigiani e commercianti in regime forfettario hanno la possibilità di versare all’INPS  i contributi con una riduzione del 35%. Dunque si tratta di un bel taglio che vale sia sulla contribuzione dovuta entro il minimale reddituale che su quella dovuta oltre il minimale.

Tuttavia, la scelta per il versamento ridotto dei contributi INPS regime forfetario, non sempre si rivela la migliore opzione.

Non ci sono dubbi che nel corso dell’anno pagare meno contributi sia una possibilità molto allettante. Se si considera che bisogna versare anche le imposte. Dunque il risparmio c’è.

Tuttavia, ci potrebbero essere ripercussioni sull’assegno pensionistico.

Contributi INPS in regime forfettario. Versamenti in misura ridotta per artigiani e commercianti

La possibilità di versare contributi INPS ridotti per chi è in regime forfettario è prevista dal comma 77 della Legge 190/2014, Legge di stabilità 2015.

Il reddito forfettario determinato ai sensi dei precedenti commi costituisce base imponibile ai sensi dell’articolo 1 della legge 2 agosto 1990, n. 233. Su tale reddito si applica la contribuzione dovuta ai fini previdenziali, ridotta del 35 per cento. Si applica, per l’accredito della contribuzione, la disposizione di cui all’articolo 2, comma 29, della legge 8 agosto 1995, n. 335.

Come detto in premessa, artigiani e commercianti possono sfruttare il taglio del 35% sia per la contribuzione dovuta entro il minimale reddituale che su quella dovuta oltre il minimale.

Cos’è il minimale reddituale? Si tratta della soglia reddituale fissata anno per anno dall’INPS sulla quale viene calcolata la contribuzione minima dovuta per legge. La soglia è fissata tenendo conto della variazione percentuale comunicata dall’ISTAT, variazione verificatasi nell’indice dei prezzi al consumo, per le famiglie di operai e impiegati, tra il periodo gennaio -dicembre dell’anno N e il periodo gennaio- dicembre anno N+1.

Per l’anno 2023, il reddito minimo annuo da prendere in considerazione ai fini del calcolo del contributo IVS dovuto dagli artigiani e dagli esercenti attività commerciali è stato pari a € 17.504,00. Quello 2024 sarà fissato a breve.

Anche chi non raggiunge tale soglia reddituale deve pagare la contribuzione calcolata sulla base del reddito minimale.

Contributi INPS forfettario. Entro fine febbraio la decisione sulla pensione

La possibilità di versare una contribuzione ridotta passa da apposita domanda telematica all’INPS. C’è una funzionalità che è disponibile nel menu a tendina presente nel cassetto previdenziale artigiani e commercianti del contribuente.

La domanda deve essere presentata entro il prossimo 28 febbraio.

Nello specifico, riprendendo le indicazioni operative di cui alla circolare INPS n° 19/2023 “Artigiani ed esercenti attività commerciali: contribuzione per l’anno 2023”:

  • non dovranno presentare una nuova domanda coloro i quali hanno già beneficiato dello sconto nel 2023, ove permangano i requisiti di agevolazione fiscale per l’anno 2024 e non abbiano prodotto espressa rinuncia allo stesso;
  • coloro i quali hanno invece intrapreso nel 2023 una nuova attività d’impresa per la quale intendono beneficiare nel 2024 del regime contributivo agevolato, devono comunicare la propria adesione entro il termine perentorio del 28 febbraio 2024.

I soggetti, infine, che intraprendono una nuova attività nel 2024, per la quale intendono aderire al regime agevolato, devono comunicare tale volontà con la massima tempestività rispetto alla ricezione del provvedimento d’iscrizione. In modo da consentire all’INPS, la corretta e tempestiva predisposizione della tariffazione annuale.

Detto ciò, veniamo alla nota dolente.

Quali sono gli impatti sulla pensione per chi applica la riduzione dei contributi INPS regime forfettario?

Ebbene, come detto sopra (vedi comma 77 citato) ai fini dell’accredito della contribuzione si applicar l’art. 2 comma 29 della legge 8 agosto 1995, n. 335. Articolo in base al quale, il pagamento di un importo pari al contributo calcolato sul minimale di reddito, attribuisce il diritto all’accreditamento di tutti i contributi mensili relativi a ciascun anno solare cui si riferisce il pagamento.

Dunque, come da circolare INPS n°29/2015: i contributi INPS ridotti dovuti dal artigiani e commercianti in regime forfettario deriverà dall’applicazione della riduzione (-35%) prevista per legge sul contributo complessivo, riferito sia al minimale di reddito, che all’eventuale parte di reddito eccedente il minimale.

Nel caso in cui l’importo complessivamente versato risulti inferiore all’importo ordinario della contribuzione dovuta sul minimale di reddito, verrà accreditato un numero di mesi proporzionale a quanto versato.

La pensione per i forfetari potrebbe farsi sempre più lontana.

Ai fini dell’accredito di 12 mesi di contribuzione, dovrà essere versata una somma almeno pari all’importo del contributo pieno dovuto sul minimale. Ove venga effettuato un versamento corrispondente al contributo calcolato sul minimale ordinario ma inferiore rispetto al dovuto, si procederà al recupero della differenza, nel rispetto del limite del 65%(100%-35% sconto sui contributi).

Riassumendo…

  • Entro il 28 febbraio artigiani e commercianti possono sfruttare il taglio del 35% sui contributi INPS dovuti in regime forfettario;
  • non dovranno presentare una nuova domanda coloro i quali hanno già beneficiato dello sconto nel 2023;
  • la riduzione contributiva potrebbe avere effetti negativi sulla pensione.