In questi giorni i contribuenti italiani stanno massicciamente adempiendo a uno dei principali appuntamenti annuali. Parliamo naturalmente della dichiarazione dei redditi col 730 o col modello Redditi PF. Per pagare le tasse e per chiudere la partita con il fisco dell’anno precedente. O, spesso invece, per ottenere il recupero delle tasse precedentemente pagate dallo stesso contribuente o per scaricare spese detraibili o deducibili. Queste le motivazioni che spingono una moltitudine di contribuenti a presentare il modello 730 o il modello Redditi persone fisiche.
Anche se va detto che si tratta di un obbligo per tutti i contribuenti che non rientrano nella “no tax area”.
Diverse volte però capitano problematiche di varia natura come le dichiarazioni dei redditi. E non parliamo di errori nella compilazione o di spese da scaricare dimenticate nel cassetto. Infatti ci sono alcune particolari situazioni che magari possono riguardare il contribuente deceduto che ha già provveduto a presentare la dichiarazione dei redditi in questi giorni, oppure che non ha fatto in tempo. Una domanda di un nostro lettore ci permette di parlare del rimborso IRPEF spettante a un contribuente passato a miglior vita.
“Gentili esperti della redazione di Investire Oggi, volevo chiedervi come devo mettere a posto la situazione di mio padre dal punto di vista del 730. In genere ho provveduto sempre io a farglielo tramite il suo cassetto fiscale con lo Spid. Purtroppo quest’anno, non ho fatto in tempo a procedere alla dichiarazione e mio padre il primo giugno scorso è deceduto. Dal momento che in genere va sempre a rimborso per via di numerose spese detraibili, come posso fare adesso che mio padre non c’è più? Il rimborso quando mi arriva? E rientra anche mia sorella in questo rimborso?”

Rimborso IRPEF per contribuente deceduto, spetta lo stesso, lo prendono gli eredi

Il caso del nostro lettore è un caso limite, ma spesso frequente nel momento in cui un contribuente chiamato a una determinata operazione fiscale muore.
Il rimborso IRPEF spettante a un contribuente ormai deceduto, non viene perso, perché a tutti gli effetti anche il rimborso fiscale è una voce attiva che finisce nell’asse ereditario come bene da dividere tra gli eredi. In termini pratici quindi, nessun pericolo di perdere il rimborso fiscale per un contribuente deceduto perché il 730 possono farlo gli eredi.
Naturalmente bisogna fare le cose per bene e capire come muoversi in casi del genere. Anche perché si può tranquillamente ipotizzare che alla morte di una persona il conto corrente dove dovevano finire questi soldi viene fermato sia per i bonifici in arrivo che per eventuali prelievi. E, oltretutto, un contribuente deceduto non può certo provvedere a presentare la dichiarazione dei redditi a suo nome. Il nostro lettore ha un problema in più perché non si rivolge a un CAF. Altrimenti questi professionisti gli avrebbero già messo a posto la situazione procedendo con le opportune e idonee procedure atte a espletare comunque la pratica al posto del padre deceduto. Questo non vuol dire, però, che il contribuente non possa fare tutto da solo come ha sempre fatto.

Il 730 può essere presentato da un erede per conto del defunto

Da tempo ormai il fisco italiano concede la possibilità di presentare il modello 730 per i redditi dell’anno precedente, per conto dei contribuenti deceduti. Se questi contribuenti sono deceduti nel 2022 gli eredi hanno tempo per espletare la pratica entro il 2 ottobre del 2023, ovvero entro la data di scadenza della dichiarazione dei redditi 2023. Il Fisco, sul portale ufficiale delle Entrate, sottolinea che “gli eredi abilitati (per conto delle persone decedute nel 2022 o entro il 30 settembre 2023) potranno utilizzare, oltre al modello Redditi, anche il modello 730”. Per le persone decedute successivamente al 30 settembre 2023, la dichiarazione dei redditi per l’anno d’imposta 2022 può essere presentata utilizzando esclusivamente il modello Redditi.
L’erede, in altri termini, può, presentando la dichiarazione per conto del deceduto, detrarre le spese sostenute dal defunto quando era in vita. Arrivando a prendere anche l’eventuale rimborso IRPEF spettante. E se ci sono crediti eccedenti nelle precedenti dichiarazioni del defunto, questi crediti possono essere trascinati nella nuova dichiarazione producendo anch’essi un rimborso per gli eredi. Naturalmente dell’operazione se ne deve occupare soltanto un erede. Ma tutti gli eredi mantengono integro il loro diritto a partecipare alla divisione di questo rimborso fiscale del parente deceduto. E in base alla quota spettante a ciascuno di essi.

Si deve usare il modello 730 senza sostituto

Il modello 730 per conto di un defunto, deve essere presentato per forza di cose senza sostituto di imposta. Perché la chiusura del conguaglio fiscale, sia a credito che a debito, è espletata direttamente nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. Infatti, così come un credito d’imposta passa dal deceduto agli eredi, così passa l’obbligo di versare le tasse nel caso di conguaglio passivo. Nel caso in cui la dichiarazione dei redditi si chiuda a debito, gli eredi sono tenuti a versare le imposte del defunto tramite modello F24.
La procedura della dichiarazione dei redditi per conto di un defunto ha subito una notevole variazione con il decreto Semplificazioni del 2022. E proprio come recita il nome del decreto, è evidente che le novità sono tutte nell’indirizzo di semplificare le procedure operative per completare la dichiarazione. È venuto meno infatti l’obbligo per gli eredi di compilare una dichiarazione sostitutiva con l’indicazione di tutti gli eredi e degli estremi della dichiarazione di successione se era già stata presentata. In pratica non serve più che gli altri eredi debbano delegare quello che presenta la dichiarazione per il conto del defunto.

Tempi di attesa per i rimborsi

La differenza tra il presentare il modello 730, o il modello Redditi, è la stessa che riguarda tutti i contribuenti ogni anno.
Cambiano infatti i tempi di accredito dei rimborsi fiscali che con il modello redditi persone fisiche sono molto più lunghi. A tal punto che a volte si devono attendere anche 24 mesi. Dal momento che la dichiarazione di successione deve essere fatta entro 12 mesi dalla data del decesso, è evidente che in questi casi il rimborso finisce con l’essere ripartito come tutti gli altri soldi del defunto: tra gli eredi e in base alla successione. Infatti come si legge testualmente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, “i rimborsi fiscali di competenza dell’Agenzia delle Entrate, spettanti ad un contribuente deceduto, sono erogati ai chiamati all’eredità. Come indicati nella dichiarazione di successione dalla quale risulta che l’eredità è devoluta per legge, per l’importo corrispondente alla rispettiva quota ereditaria”.