Ci sono lavori considerati tipicamente stagionali: pensiamo ad esempio ai camerieri o ai bagnini. Per l’estate 2019 ormai pronta, anche dal punto di vista meteo sembrerebbe, ad iniziare, stiamo assistendo però ad una tendenza anomala. Non si trova personale (ne avevamo parlato già qui). Ricondurre la carenza di persone disposte a lavorare con contratto stagionale è addebitabile al reddito di cittadinanza oppure si tratta di una strumentalizzazione dei mezzi di informazione? Facciamo chiarezza.

Lavoro stagionale estate 2019: perché non si trovano camerieri e bagnini

Il primo a lanciare l’allarme era stato Domenico Pascuzzi, il sindaco di Gabicce Mare; l’ex premier Matteo Renzi gli ha fatto eco.

Puntare il dito contro il reddito di cittadinanza è facile: chi prende l’assegno non rischia di perderlo per un lavoro che durerà due o tre mesi. Il sillogismo appare piuttosto facile e scontato. Ma interpretare così le cose potrebbe essere fuorviante e offrire una lettura solo superficiale. Pensare al lavoro di bagnini, camerieri etc come ad attività rivolte a persone che non hanno alternative e “si accontentano” sminuisce il valore di queste professioni. Si può essere camerieri e bagnini anche tutto l’anno se lo si fa per scelta e in modo professionale. Ma, di certo, in questo modo, gli stipendi dovrebbero essere adeguati.

Nel blog del Movimento 5 Stelle si respingono le accuse: “I lavori stagionali sono la giungla di precarietà. Orari disumani, stipendi da fame, nessuna sicurezza. Noi con il decreto Dignità e il reddito di cittadinanza sosteniamo chi è stato ridotto alla fame dai precedenti governi”. Insomma il fatto che non ci siano persone disposte a “reinventarsi” bagnini o camerieri per poche settimane e per stipendi più bassi del sussidio è “colpa” o “merito” del reddito di cittadinanza? La polemica somiglia a quella che, inizialmente, aveva interessato l’importo della misura, da molti considerato troppo alto perché avrebbe scoraggiato ad accettare lavori con retribuzioni basse.

Diverso invece è il discorso dei beneficiari del sussidio che sono disposti a fare questi “lavoretti” estivi ma solo se in nero, per non perdere l’aiuto economico percepito. In questo senso ci saranno dei controlli soprattutto nelle località più turistiche, per scovare “i furbetti”. Nel frattempo segnaliamo anche che ci sono testimonianze di segno opposto, ovvero persone che stanno percependo il reddito di cittadinanza e che, sebbene non siano ancora stati inseriti in piani nei centri per l’impiego territorialmente competenti, si sono messi volontariamente al servizio della comunità svolgendo lavori di pubblica utilità, come la pulizia delle strade ad esempio.