La busta paga di dicembre (o quella che arriva a gennaio ma comunque relativa allo stipendio di dicembre dell’anno precedente) non è mai come le altre. Oltre alla 13sima c’è la questione conguaglio Irpef che per i non addetti ai lavori rischia di essere una lotteria. In realtà, ovviamente, c’è una logica dietro all’alternativa tra rimborso e trattenuta. Però se il lavoratore non l’ha prevista prima resta una scatola chiusa e la busta paga può diventare un’amara sorpresa.

“Tra 13sima e rimborso Irpef mio marito ha preso a dicembre qualche centinaio di euro in più. Cosa che mi aveva reso ottimista. Invece nella mia busta paga di gennaio (relativa allo stipendio di dicembre) ho trovato 120 euro in meno. Che beffa? Come è possibile se viviamo nella stessa casa e abbiamo anche lo stesso stipendio mensile?”

Come viene calcolato in conguaglio di fine anno

Non è il datore di lavoro che ti ha dato o tolto soldi nella busta paga di dicembre. Esso opera come sostituto di imposta per lo Stato che, in buona sostanza, “fa i conti di fine anno” e ti dice se sei a credito o a debito sull’Irpef. L’importo corrisponde al totale dell’imposta lorda al netto delle detrazioni fiscali conosciute dal datore di lavoro. Visto che lo stipendio totale percepito è noto solo a fine anno, è solo con l’ultima busta paga che l’Erario potrà far quadrare i conti.

Le tasse mensili sono il frutto di una simulazione

La busta paga di gennaio è inizialmente l’unica nota. E’ sulla base di questa che viene fatta la proiezione delle tasse da pagare. Dalla tassazione IRPEF lorda si scalano le eventuali detrazioni fiscali riconosciute per lavoro dipendente e per familiari a carico, sulla base della documentazione che il lavoratore è in grado di fornire.

Da queste operazioni di conguaglio può emergere un credito o un debito e, in base a questo, il dipendente troverà nella busta paga di dicembre rispettivamente un rimborso o una trattenuta.

Il conguaglio definitivo non è quello della busta paga di dicembre

E non è finita. Il Fisco si riserva un conguaglio Irpef finale e definitivo con la dichiarazione dei redditi, ovvero tramite modello 730. Può capitare che risultino maggiori detrazioni, ad esempio perché il lavoratore non le ha comunicate tempestivamente al datore di lavoro, oppure vi siano da calcolare nuovi bonus fiscali.

Esempio di calcolo Irpef

Ma come calcolare l’Irpef dovuto da soli in modo da evitare sorprese in busta paga?

totale rappresenta il monte retributivo per stabilire l’Irpef effettivamente dovuta dal dipendente.

Facciamo una simulazione ipotizzando i seguenti dati:

  • Gennaio 2022 imponibile Irpef euro 1.520,00;
  • Febbraio 2022 imponibile Irpef euro 1.520,00.

Supponendo che per tutti i mesi restanti (tredicesima compresa) l’imponibile sia sempre pari a euro 1.520,00 si evince che la retribuzione utile ai fini del calcolo dell’Irpef (totale ed effettiva) dell’anno ammonta a 1.520,00 * 13 = 19.760,00 euro.

Applicando l’aliquota Irpef specifica dello scaglione di reddito, si ottiene l’imposta lorda.

Procedendo con questo calcolo prima di dicembre, ti eviti una brutta sorpresa in busta paga. Ricordiamo infatti che la trattenuta, se dovuta, viene applicata sullo stipendio di dicembre e non richiesta a rate.