Gentilissimo avvocato, mi permetto di disturbarla per porre un quesito a me molto caro e che mi sta un po’ destabilizzando. Premetto che ho 104 per la mamma e sto usufruendo del congedo straordinario.
La mia domanda è questa: posso recarmi qualche ora al mare con mio figlio o andare qualche volta a cena fuori a pranzo fuori e dormire nella mia abitazione visto che comunque ho un figlio minore o in questo tempo pecco di abbandono di disabile e posso essere controllata pedinata da investigatori come già successo a mio marito sanzionandolo senza ovvi motivi ? La ringrazio infinitamente, finora nessuno è riuscito a rispondere a questo quesito, spero lei mi possa aiutare visto la gravità della nostra situazione familiare nell’attesa di una sua gentile risposta Cordialmente ringrazio.

Congedo straordinario retribuito e svago

Io capisco la situazione di tutti coloro che si trovano ad assistere un familiare disabile con il congedo straordinario retribuito poiché la normativa al riguardo, non essendo chiarissima, non pone dei limiti tra l’assistenza e la cura del disabile stesso e il tempo che chi lo assiste dovrebbe dedicare alla sua vita privata.

Il problema principale è che per essere concesso il congedo straordinario retribuito richiede il requisito della coabitazione con il disabile proprio perché si presuppone che essendo in stato di handicap grave necessiti dell’assistenza continua di un familiare.

Il familiare che assiste un disabile grave, d’altro canto, è esonerato, con il congedo, per 2 anni dall’attività lavorativa mantenendo, però, la stessa retribuzione grazie all’indennità erogata (più ovviamente la contribuzione figurativa). Questo perchè si presuppone che non possa recarsi al lavoro lasciando solo il disabile di cui si prende cura.

La normativa al riguardo non è chiarissima, non specifica quello che si può o non si può fare, ma credo che il buonsenso ci possa suggerire in ogni caso come comportarci: andare a fare un viaggio di piacere è sicuramente fuori luogo durante il congedo straordinario, andare a pranzo e cena fuori anche, recarsi dal proprio medico curante non lo è affatto, così come non è andare dal barbiere o a fare spesa o qualsiasi altra commissione che rientra nelle necessità quotidiane.

L’importante, a mio avviso, è mettere l’interesse del disabile sempre al primo posto senza, per questo, annullarsi come persona.

Tenga presente, in ogni caso, che la giurisprudenza al riguardo è molto rigida e la Corte di Cassazione più volte ha riconosciuto legittimo il licenziamento del lavoratore che ha beneficiato anche soltanto in parte delle ore di permesso della legge 104 per motivi personali non legati alla cura del disabile per abuso di diritto. La Corte di Cassazione ha condannato i lavoratori che hanno chiesto permessi ai sensi della legge 104/92 non solo nei casi di congedi straordinari utilizzati parzialmente per trascorrere, ad esempio, fine settimana in vacanza, ma anche nei casi di permessi giornalieri dei quali alcune ore sono state utilizzate per interessi personali come una cena tra amici o spese, e questo anche nel caso la maggior parte del tempo venga utilizzato per la cura e l’assistenza del disabile.

Per il congedo straordinario non sono previste fasce orarie di controllo o visite fiscali come per la malattia. Questo, però, non impedisce al datore di lavoro di effettuare dei controlli. Se, poi, ha bisogno di qualche giorno di ferie per staccare dal lavoro di cura, ricordi che il congedo può essere anche frazionato e può benissimo interromperlo, tornare al lavoro, fruire della ferie (che può ovviamente utilizzare come vuole) e tornare, poi, a richiedere il congedo.

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