L’estate è ormai quasi definitivamente alle spalle e l’autunno in arrivo ci pone di fronte a prospettive piuttosto inquietanti. Mai come quest’anno, infatti, gli italiani sperano che l’inverno non sia troppo freddo. Il caro energia incombe sui contribuenti e anche sulle aziende, portando il serio rischio di dover adottare misure drastiche per ridurre i consumi e, quindi, i costi sostenuti per garantirseli. In questo quadro, il Governo (pur nella fase conclusiva del suo mandato) sta cercando di disporre qualche misura preventiva, lasciando inalterate, al contempo, quelle già previste per mantenersi a galla.

Chiaramente, per i lavoratori resteranno disponibili tutte le indennità previste fin qui, anche per la nuova stagione lavorativa. Anzi, alcune di queste finiranno per essere potenziate, come il sistema dei congedi parentali, sia di maternità che di paternità. Novità che arriveranno per i lavoratori dipendenti quanto per gli autonomi, secondo quanto previsto dal decreto legislativo del 30 giugno 2022. L’obiettivo è semplificare al massimo l’accesso alla misura di congedo e far sì che resti conciliabile al massimo con l’attività lavorativa.

Congedo parentale, modalità e obiettivi

Non è un obiettivo secondario. L’Italia, infatti, continua a vivere un pericoloso inverno demografico (appena 385 mila i nuovi nati nel 2022) e la difficoltà sempre maggiore nel conciliare lavoro e famiglia scoraggia le giovani coppie. Senza contare le problematiche nel reperire stipendi sufficienti a garantirsi un futuro. In questo senso, per chi il lavoro ce l’ha, poter usufruire di un congedo parentale diventa chiaramente un’opportunità importante. Specie se tale indennità fosse potenziata con lo scopo dichiarato di “conseguire la condivisione delle responsabilità di cura tra uomini e donne e la parità di genere in ambito lavorativo e familiare”. Questo, almeno, quanto stabilisce il decreto. Per quel che riguarda i neo-papà (anche adottivi o affidatari), ad esempio, il pacchetto famiglia comprende 10 giorni lavorativi di congedo obbligatorio, comunque non frazionabili a ore ma fruibili anche in modo non continuativo.

Qualora il parto fosse plurimo, i giorni aumenterebbero a 20.

Estensione dell’indennità

L’indennità giornaliera riconosciuta sarà del 100% della retribuzione, con possibilità di fruizione a partire dai due mesi prima della data presunta del parto. E fino ai 5 mesi successivi alla nascita. Anche per le autonome arrivano delle importanti novità. Sarà infatti loro riconosciuta un’indennità giornaliera anche nei due mesi prima del parto, qualora subentrino complicanze gravi o forme morbose aggravabili dallo stato di gravidanza. Chiaramente, il tutto dovrà essere accertato da appositi rilevamenti medici. Arrivano, inoltre, i tre mesi di congedo facoltativo indennizzato, aggiungibili alla forma standard di assenza. I mesi, infatti, possono aumentare da sei a nove, indennizzabili fino al 30%. Inoltre, fino al dodicesimo anno di vita del figlio, i dipendenti potranno beneficiare di un congedo di tre mesi indennizzabile al 30%. Il periodo complessivo utilizzabile (potenzialmente) passa quindi a nove mesi.

Piccola estensione anche per gli autonomi, i quali potranno fruire del congedo parentale entro i 12 anni. Non più, quindi, entro il terzo. Per ogni genitore sarà valido un periodo di tre mesi di congedo parentale indennizzato, non trasferibile però all’altro genitore.