Sono ancora pochi coloro che si accordano con una stretta di mano. Una volta la parola data contava più di mille scritte. Il fisco non è mai stato di questo parere e mai lo sarà. Non si è mai fidato dei una stretta di mano.

Ovviamente stiamo facendo dell’umorismo. Chi sbaglio con il fisco deve pagare. E deve pagare con sanzione e interessi. Ma il legislatore fiscale si mostra clemente. In campo mette diversi strumenti che permettono al contribuente di risolvere bonariamente la violazione.

Ad esempio, ci sono i c.d. avvisi bonari. C’è anche il ravvedimento operoso. In altri casi il legislatore chiede al contribuente di essere collaborativo. Di accettare proposte per lui (anzi per entrambi) vantaggiose. Tra queste, si introduce dal 2024 il nuovo “concordato preventivo biennale”.

Cos’è

Con il concordato preventivo biennale, in sostanza, l’Agenzia Entrate fa una proposta reddituale al contribuente. Se questi accetta la proposta pagherà, per due anni (per questo “biennale”) le imposte (IRPEF, ecc.) sulla base di tale reddito proposto.

L’Agenzia per determinare il reddito da proporre si baserà su dati di cui già dispone e su altre informazioni che lo stesso contribuente è chiamato a fornire al momento in cui chiede al fisco di fargli la proposta.

Almeno per adesso, il concordato in esame viene previsto solo per i soggetti ISA di minori dimensioni. Ammessi anche i forfettari, ma solo in via sperimentale e per una sola annualità.

Trovi qui gli ammessi, gli esclusi e il calendario date per il concordato preventivo biennale.

Concordato preventivo biennale, quando si decade

Il vantaggio per chi chiede di accedere e aderire al concordato preventivo biennale è nei controlli. Il contribuente che accetta la proposta, sarà meno sotto gli occhi di fisco e Guardia di Finanza.

Rischio di controlli che, invece, ritorneranno laddove, dopo aver accettato il concordato dovesse subentrare qualche causa di decadenza.

A tal proposito la legge sul concordato preventivo biennale (art. 22 del relativo decreto legislativo) prevede che si decade nei seguenti casi:

  • se, a seguito di accertamento, nei periodi di imposta oggetto del concordato o in quello precedente, risulti l’esistenza di attività non dichiarate o l’inesistenza o l’indeducibilità di passività dichiarate, per un importo superiore al 30% dei ricavi dichiarati, ovvero risultano commesse altre violazioni di non lieve entità;
  • laddove, a seguito di modifica o integrazione della dichiarazione dei redditi, i dati e le informazioni dichiarate dal contribuente determinano una quantificazione diversa dei redditi o del valore della produzione netta rispetto a quelli in base a cui è avvenuta l’accettazione della proposta di concordato;
  • quando sono indicati nella dichiarazione dei redditi dati non corrispondenti a quelli comunicati, ai fini della definizione della proposta di concordato;
  • nell’ipotesi in cui ricorre la mancata presentazione dichiarazione redditi o condanna per uno dei reati ivi previsti), ovvero in presenza di debiti scaduti di importo superiore a 5.000 euro;
  • in caso di omesso versamento delle somme dovute in base alla proposta di concordato accettata.

Riassumendo…

  • il concordato preventivo biennale è una proposta di reddito che l’Agenzia Entrate farà al contribuente
  • se il contribuente accetta pagherà, per due anni, le imposte su tale reddito proposto
  • il vantaggio è nei minor controlli che il contribuente potrebbe subire
  • sono previste diverse causa di decadenza dal concordato preventivo biennale.