Con il concordato preventivo biennale si intensifica la strada della collaborazione tra fisco e contribuenti.

La possibilità di concordare in anticipo, con l’Agenzia delle Entrare, il reddito dell’attività sui cui calcolare e pagare le imposte. La chance di precalcolare i tributi da versare per i due anni successivi. Così la definizione in sintesi di questo nuovo strumento messo in campo dal legislatore dal 2024.

Uno strumento che, tuttavia, non potrà essere utilizzato da tutti, visto che viene riservato ai soli soggetti ISA (indici sintetici di affidabilità) e società di minori dimensioni.

Le date a calendario

Il concordato preventivo biennale, dunque, permette al contribuente di accordarsi con il fisco in merito al reddito da dichiarare e alle imposte da versare. Imposte, che verranno calcolate NON sulla base degli effettivi ricavi/compensi conseguiti dal contribuente, bensì sulla base di un reddito “preventivo” calcolato dall’Agenzia Entrate (sulla base di dati di cui questa già dispone e altri forniti dal contribuente stesso).

La proposta di concordato sarà fatta dall’Agenzia stessa e se il contribuente deciderà di aderire verserà le imposte, per due anni, sulla base di tale accordo. Il vantaggio principale dell’adesione è che questi non subirà, su tale biennio, eventuali controlli fiscali.

Salvo nuove indicazioni, si partirà il 15 giugno 2024, quando l’Agenzia Entrate metterà a disposizione il software attraverso cui il contribuente dovrà fornire i dati necessari all’Agenzia stessa per formulare la proposta.

Entro il 31 luglio 2024 (ovvero 20 agosto con maggiorazione 0,4%), il contribuente verserà il saldo 2023 e primo acconto 2024 senza considerare la proposta di concordato preventivo biennale. Entro il 15 ottobre 2024 (invece che 30 settembre 2024) si invierà la Dichiarazione redditi 2024 (anno d’imposta 2023). Infine, entro il 30 novembre 2023 (scadenza secondo o unico acconto 2024), il contribuente procederà a versare il conguaglio imposte tenendo conto dell’adesione al concordato.

Concordato preventivo biennale, gli esclusi

Il concordato preventivo biennale non sarà per tutti.

Il legislatore lo riserva ai contribuenti esercenti attività di impresa, arte e professione, per i quali si applicano gli ISA (indici sintetici di affidabilità). Inoltre, sono ammessi solo contribuenti di piccole dimensioni.

Pertanto, ad essere esclusi sono certamente i contribuenti di maggiori dimensioni, intendendo per tali quelli il cui ammontare di ricavi/compensi risulti essere superiore a 5.164.569 euro.

Per espressa previsione normativa solo esclusi anche quei contribuenti che, con riferimento al periodo d’imposta precedente a quello cui si riferisce la proposta, hanno debiti fiscali o previdenziali superiori a 5.000 euro.

Sono anche esclusi quei contribuenti verso i quali trovano applicazione le cause di esclusione dagli ISA. Fanno eccezione alla regola, quindi possono accedere il concordato preventivo biennale, solo in via sperimentale e per una sola annualità, i contribuenti in regime forfettario. Tuttavia, questi non potranno accedervi se hanno iniziato l’attività nel periodo d’imposta precedete a quello cui si riferisce la proposta di accordo.

Riassumendo…

  • il concordato preventivo biennale evita i controlli del fisco
  • permette di pagare, per due anni, le imposte sulla base del reddito proposto dall’Agenzia Entrate
  • è riservato ai contribuenti partita IVA soggetti ISA e di minori dimensioni
  • sono esclusi i contribuenti per i quali si applicano le cause di esclusione dagli ISA
  • possono accedervi anche i forfettari, in via sperimentale e per una sola annualità
  • esclusi anche quelli con debiti fiscali e previdenziali di importo superiore 5.000 euro.