Il D.L. 4/2022, c.d decreto Sostegni-ter, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Dunque, è diventato pienamente operativo il blocco alle cessioni multiple dei crediti edilizi. Colui che riceverà il credito non potrà cederlo ulteriormente. Difatti, non potrà monetizzate il credito acquisito, ma potrà utilizzarlo solo per pagare imposte e contributi.

E’ chiaro che le banche e gli altri intermediari che fino ad oggi hanno acquistato i crediti da privati e soprattutto da imprese non potendo cederli ulteriormente, potrebbero richiedere delle condizioni di scambio già vantaggiose a discapito del valore del credito ceduto.

Non è da sottovalutare il fatto che le banche potrebbero addirittura non essere più interessate ad acquisire ulteriori crediti.

Qui entra in gioco un discorso sulla capienza fiscale.

E’ chiaro che la verifica sulla propria capienza fiscale intesa quale necessità di acquisire crediti edilizi per pagare imposte e contributi dovuti all’Erario, potrebbe portare le banche o anche le Poste a non accettare ulteriori crediti da bonus edilizi o comunque a limitarne l’acquisizione.

Il blocco alle cessioni multiple dei crediti edilizi

Con l’art.28 del D.L. 4/2022, c.d decreto Sostegni-ter, lo Stato interviene a gamba tesa sulle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito di cui all’art.121 del D.L. 34/2020, decreto Rilancio.

In particolare viene disposto che:

  • in caso di opzione per la cessione del credito, colui che lo riceve, che sia l’impresa, la banca o altro soggetto non potrà cederlo ulteriormente;
  • inoltre, in caso di sconto in fattura, le imprese potranno si cedere il credito alle banche o ad altri soggetti, ma quest’ultimi non potranno cederlo a loro volta.

I vincoli in esame possono essere superati cedendo il credito entro il 7 febbraio. Il credito che alla data del 7 febbraio è già stato oggetto di cessione potrà essere ceduto un’ulteriore volta.

Con quali banche conviene negoziare il credito?

Ad oggi, se si dovesse fare una valutazione prospettica sull’andamento del mercato della cessione dei crediti edilizi, sicuramente non sarebbe positiva.

Infatti, le banche e gli altri intermediari finanziari, comprese le Poste, potrebbero avere meno interesse ad acquisire i crediti edilizi o addirittura non essere più interessati.

Un’analisi più attenta può essere effettuata considerando una precisa variabile ossia la capienza fiscale intesa quale necessità acquisire crediti edilizi per pagare imposte contributi dovuti all’Erario. Tale variabile potrebbe portare le banche o anche le Poste a non accettare ulteriori crediti da bonus edilizi o comunque a limitarne l’acquisizione.

Tuttavia, considerato che l’acquisizione del credito avviene ad un valore più basso di quello nominale, la cessione a banche e Poste potrebbe essere valutata ancora positivamente da quest’ultimi. Infatti, laddove tali soggetti abbiano una certa capienza fiscale, acquisendo il credito ad un prezzo inferiore al suo valore nominale, otterrebbero un risparmio sulle imposte e i contributi da pagare.

Il risparmio opera nel senso che, se ad esempio pagano 80 per un credito che ha valore fiscale pari a 100, pagheranno imposte e contributi per tale ultimo importo. Risparmiando sull’esborso effettivo che sarà pari ad 80.

Dunque, la capienza fiscale sarà la variabile che potrà  rendere l’acquisizione di un credito vantaggiosa o meno.

E’ chiaro che gruppi bancari più grandi hanno una capienza fiscale più alta.

Da qui, bisogna contrattare la cessione del credito con gruppi solidi (anche le Poste) che abbiano capienza fiscale visto che non possono più cedere il credito a loro volta.