Aumentano le pensioni? Sì, ma anche le tasse. Dal 2024 ci sarà un ulteriore incremento degli assegni per effetto della perequazione automatica che tiene conto del carovita annuale. L’adeguamento degli importi sarà noto a breve quanto il Ministero dell’Economia comunicherà i dati preliminari dell’inflazione.

Si stima, tuttavia, un incremento medio del 6%, anche se non tutti percepiranno la rivalutazione piena. Sono previste 6 fasce di rivalutazione in base al reddito. Oltre a ciò, a gennaio sarà corrisposto a tutti anche un conguaglio dello 0,8% derivante dalla differenza fra l’anticipo del 7,3% sul dato dell’inflazione preliminare e quella definitiva del 8,1% riferita al 2022.

Quante tasse si pagano sulla pensione

Tutto questo, però, è da ritenersi al lordo delle trattenute fiscali, scaglionate in base al reddito di ciasucn pensionato. Aumentando l’importo della pensione, sale anche il livello di tassazione sulla base imponibile. In pratica le trattenute fiscali vanno di pari passo con gli aumenti previsti e pesano maggiormente sugli assegni più alti.

Ma quali sono i fattori specifici che influiscono sull’importo totale della pensione? Sull’assegno annuale grava in particolare l’Irpef, che viene calcolata in anticipo e detratta mensilmente dalle rate di pensione. A fine anno sono poi applicati eventuali conguagli da parte dell’Inps.

A seguito dell’ultima ristrutturazione delle aliquote fiscali, a partire dal 2022, le trattenute per i contribuenti a basso reddito in Italia si sono leggermente ridotte, mentre sono aumentate quelle per i contribuenti a reddito medio e alto. Ciò riguarda anche i redditi da pensione naturalmente. Gli scaglioni Irpef riformati sono i seguenti:

  • 23% sino a 15 mila euro;
  • 25% sino a 28 mila euro;
  • 35% sino a 50 mila euro;
  • 43% oltre i 50 mila euro.

In base alla riforma vi è stato anche allargamento della no tax area, cioè quella soglia al di sotto della quale non si applicano trattenute. Dal 2022 la soglia di esenzione Irpef è fissata a 8.500 euro.

Va da sé che l’aumento delle pensioni implica per molti contribuenti anche un salto da uno scaglione all’altro e quindi un incremento del prelievo fiscale. Fino a 15 mila euro, ad esempio, cambia poco o nulla, ma se per effetto della rivalutazione 2024 si va oltre, l’imposta tende a salire.

Le addizionali locali sulla pensione

Ma le trattenute Irpef non sono le uniche tasse che gravano sulle pensioni degli italiani. La legge prevede, infatti, anche l’applicazione di addizionali regionali e comunali. Si tratta di imposte aggiuntive destinate agli enti locali. L’aliquota varia in base al luogo di residenza e le imposte sono trattenute mensilmente dalla pensione.

Come per l’Irpef, l’importo è commisurato al livello di reddito: più alta è la pensione, più alta sarà l’imposta. Ogni Regione e Comune fissa la percentuale di prelievo: i residenti in Piemonte, ad esempio, pagano un’imposta aggiuntiva del 2,13%, mentre in Lombardia lo stesso pensionato paga l’1,58%. Idem per i Comuni. I pensionati residenti a Milano pagano un’ulteriore Irpef pari allo 0,8%, mentre a Roma la stessa imposta è dello 0,9%.

La base di calcolo è sempre il reddito imponibile totale. Viene invece trattenuta l’addizionale regionale a saldo (l’anno seguente), mentre l’addizionale comunale è trattenuta a titolo di anticipo (9 rate) e saldo (11 rate).

Riassumendo…

  • Sulla pensione gravano le imposte sui redditi previste dalla legge (Irpef) e proporzionate in base al livello di reddito.
  • Le trattenute sono proporzionali al livello di reddito del pensionato e sono scaglionate in base a 4 aliquite fiscali.
  • Oltre all’Irpef nazionale, sono prelevate dalla pensione anche le imposte locali di Regioni e Comuni.