Come fare a presentare un interpello all’Agenzia delle Entrate? Come cantava Lucio Battisti con il brano Il mio canto libero: “Dolce compagna che non sai domandare ma sai che ovunque andrai al fianco tuo mi avrai, se tu lo vuoi”. Parole che molti potrebbero rivolgere al Fisco. Tanti, d’altronde, sono gli adempimenti con cui dover fare i conti. Se tutto questo non bastasse la burocrazia risulta spesso talmente contorta da rischiare di perdersi nei suoi meandri. Ne consegue che riuscire ad assolvere a tutti i doveri possa risultare spesso particolarmente difficile.

Onde evitare di incorrere in situazioni spiacevoli pertanto, potrebbe rivelarsi opportuno chiedere delucidazione direttamente agli enti preposti. Proprio in tale ambito si inseriscono gli interpelli all’Agenzia delle Entrate. Ovvero un’istanza che il contribuente rivolge all’amministrazione finanziaria in modo tale da ottenere una valutazione prima di svolgere una determinata operazione.

Come presentare un interpello all’Agenzia delle Entrate

Ma come fare a presentare un interpello? Ebbene, come spiegato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, l’istanza in questione deve presentare i dati identificativi del contribuente o del suo rappresentante. Deve essere indicata la tipologia di interpello, una descrizione puntuale della fattispecie ed un’esposizione analitica del caso. Ma non solo, l’istanza di interpello deve contenere:

  • “le disposizioni di legge di cui si chiede l’interpretazione, l’applicazione o la disapplicazione;

  • l’indicazione dei recapiti per comunicare la risposta, compresi quelli telematici;

  • la soluzione interpretativa proposta dal contribuente;

  • la sottoscrizione dell’ istante o del suo legale rappresentante ovvero del procuratore generale o speciale incaricato ai sensi dell’ articolo 63 del D.P.R. 600 del 1973; in tal caso la procura, se non contenuta in calce o a margine dell’atto, deve essere allegata all’istanza. Nel caso in cui le istanze siano carenti dei dati sopra indicati, diversi da quelli relativi alla identificazione dell’istante e alla descrizione puntuale della fattispecie, l’ufficio invita alla regolarizzazione il contribuente, che deve provvedere entro 30 giorni a fornire le informazioni mancanti.”

Le istanze redatte in carta libera e per cui non è dovuto il pagamento dell’imposta di bollo devono essere indirizzate alla Direzione competente.

Entrando nei dettagli possono essere consegnate a mano, tramite plico raccomandato con avviso di ricevimento, posta elettronica certificata o posta elettronica libera. Per maggiori delucidazioni in merito si consiglia di consultare il sito dell’amministrazione finanziaria.

Interpello a pagamento o gratuito?

La Riforma fiscale ha provveduto a modificare lo Statuto del Contribuente e introdotto nuovi strumenti grazie a quali rispondere a quesiti interpretativi dei contribuenti, ovvero la consulenza giuridica e quella semplificata. La prima permette di ottenere chiarimenti in merito a disposizioni tributarie su casi di rilevanza generale che non si riferiscono ai singoli contribuenti. Ne possono are richiesta le associazioni sindacali e di categoria, gli ordini professionali, così come gli enti pubblici o privati, le regioni, locali e amministrazioni statali.

La consulenza semplificata è in gratuita ed è rivolta a soggetti privati e piccole società. Quest’ultimi possono consultare una banca data contenenti documenti di prassi e risposte ad istanze di consulenza giuridica e interpello. Si tratta, in pratica, di documenti già pubblicati sul sito dell’Agenzia delle Entrate a cui i soggetti interessati possono accedere attraverso un servizio ad hoc. Basta proporre il quesito e la banca data fornisce i documenti che permettono di ottenere la soluzione.

Nel caso in cui non esista alcun documento in grado di risolvere il quesito, allora la banca dati rende noto al contribuente la possibilità di presentare un’istanza di interpello. Quest’ultimo è a pagamento ed è accessibile solo dopo aver prima utilizzato il servizio di consultazione semplificata.