Dal 1 gennaio 2023 diminuiranno le possibilità per andare in pensione anticipata. La fine di Quota 102 restringerà infatti le opzioni per evitare l’uscita con la vecchiaia a 67 anni o anticipata con 41-42 anni e 10 mesi di contributi.

Allo studio quindi varie ipotesi da adottare in extremis per evitare il ritorno integrale alla regole Fornero. La strada è stretta per via delle disponibilità finanziarie limitare, ma comunque pare che qualcosa sarà fatto a breve. Le ipotesi di pensione anticipata che si rincorrono al momento sono 4.

Vediamole

Quota 41 e Opzione Uomo per andare in pensione prima

Quota 41 (in pensione con 41 anni di contributi) non sarebbe l’ideale per riformare il sistema pensionistico, ma è il massimo che si può ottenere in questo momento per evitare il ritorno della Fornero. Posto che Quota 102 (in pensione a 64 anni con 38 di contributi) sta per scadere. Come dice Salvini:

“ll primo gennaio dell’anno prossimo, se il Parlamento non fa niente, torna in vigore la maledetta Legge Fornero. Maledetta la Legge, non la Fornero che significherebbe cinque anni in più di lavoro”.

La riforma costerebbe allo Stato 18 miliardi di euro fino al 2025 e servirebbe uno scostamento di bilancio. Si sta valutando però anche il fatto di porre una soglia anagrafica limite, tipo 62 anni di età, per poter accedere alla pensione con Quota 41.

Detta riforma potrebbe essere accompagnata dall’estensione del meccanismo di pensionamento previsto per Opzione Donna anche agli uomini. Cioè la possibilità di andare in pensione a 58 anni (59 per gli autonomi) con almeno 35 anni di contributi.

Opzione Donna e Ape Sociale

Le altre due misure in cantiere che potranno essere sfruttate dal 2023 per andare in pensione prima sono la proroga di Ape Sociale e di Opzione Donna. Sulla prima si pensa anche di allargare la platea dei beneficiari per quanto concerne la categoria dei lavoratori gravosi.

In questo caso sarà resa più flessibile la possibilità di pensione anticipata a coloro che svolgono mestieri pesanti e meritevoli di maggiore tutela previdenziale.

La lista dei lavori usuranti è già stata stilata lo scorso anno da apposita Commissione governativa, ma è stata utilizzata finora solo in minima parte.

L’altra misura in odore di proroga è Opzione Donna, attiva da ormai 8 anni e sempre rinnovata. Giorgia Meloni la vorrebbe strutturale, cioè per sempre e quindi non è escluso che il prossimo passo, a partire dal 2023, sia proprio questo