Tra i paradossi più criticati del reddito di cittadinanza c’è stata l’esclusione di chi aveva perso il lavoro negli ultimi mesi. L’isee fa infatti riferimento alla situazione reddituale del 2017. A ben vedere il correttivo già esisteva ma non molti lo conoscevano e quindi in pochi ne hanno fatto ricorso. Eppure le lamentele non sono mancate per quello che rischia di apparire come una contraddizione. Per capire meglio immaginiamo il caso concreto di un disoccupato che però nel 2017 lavorava e, quindi, non rientra nel reddito massimo consentito.

Il Presidente Inps Pasquale Tridico ha illustrato meglio alcuni imminenti aggiustamenti volti proprio ad estendere la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza, al fine di inserire senza ombra di dubbio disoccupati da poco e percettori di Naspi.

Isee Reddito di Cittadinanza: una “O” al posto della “E” salva disoccupati e percettori di Naspi

Quale potrebbe essere la soluzione? Fare domanda con il cd modulo Isee corrente. In questo modo il documento riesce a fotografare la situazione reddituale attuale. Questo tutelerebbe sia che ha perso il lavoro negli ultimi mesi sia chi ha subito una riduzione dello stipendio del 25%. Come ha spiegato Tridico, la percentuale non è casuale ma fa riferimento al sussidio di disoccupazione e serve proprio ad includere anche i percettori di Naspi che potrebbero infatti aver “subito un abbattimento fino al 25 per cento del reddito percepito” (essendo l’importo del sussidio inferiore allo stipendio).

Ecco perché è stato cambiato il testo rendendo i paletti di accesso meno rigidi: “l’attuale legge richiedeva  che per poter erogare il reddito entrambe le condizioni dovessero sussistere contemporaneamente. Il che in alcuni casi tagliava fuori i lavoratori che avevano perso il lavoro nell’ultimo anno. Con la nuova legge si aggiunge una ‘o’ al posto di una ‘e’ permettendo a tutti di essere compresi”.