Quasi tutte le spese che si possono scaricare nel 730 o nel modello Redditi, devono rispettare un preciso limite fissato dal TUIR, DPR 917/86. Si pensi ad esempio alle spese per l’iscrizione all’università privata o a alle spese veterinarie tanto per fare due esempi. La previsione di una percentuale di detrazione e di un limite di spesa comporta che la spesa in eccesso ossia oltre i limiti fissati per legge non possa essere recuperata in alcun modo.

Tuttavia, può anche accadere che il contribuente si trovi nella situazione opposta; ossia non riesca a sfruttare quel plafond annuale di detrazione o di deducibilità che viene inevitabilmente perso non essendo possibile recuperarlo negli anni successivi.

C’è però una spesa che sfugge a questo meccanismo che non ammette la riportabilità del plafond residuo negli anni successivi e che consente di risparmiare nelle dichiarazione dei redditi future. Stiamo parlando della possibilità di attivare un salvadanaio nel 730- 2024 e avere un rimborso in busta paga per i prossimi 20 anni.

In questo approfondimento vedremo come assicurasi un risparmio futuro sull’irpef da versare in busta paga.

Ordinario e precompilato. Quali spese si scaricano nel 730?

Prima di entrare nello specifico della questione “salvadanaio nel 730- 2024 e rimborso in busta paga”, è utile richiamare le principali voci di spesa detraibili/deducibili che possono essere inserite in dichiarazione dei redditi.

Ad esempio sono spese per le quali spetta una sconto d’imposta o un abbattimento di reddito:

  • spese sanitarie e relativi rimborsi presenti nel Sistema Tessera Sanitaria e i rimborsi comunicati dalle Casse con finalità assistenziali e dai Fondi integrativi del SSN;
  • interessi passivi sui mutui, comunicati dai soggetti che erogano mutui agrari e fondiari;
  • spese universitarie;
  • spese per corsi statali post diploma di Alta formazione e specializzazione artistica e musicale e relativi rimborsi comunicati dalle Università e da soggetti diversi dalle Università;
  • spese asili nido;
  • erogazioni liberali detraibili;
  • erogazioni liberali deducibili;
  • spese funebri comunicati dalle imprese di pompe funebri;
  • premi assicurativi, comunicati dalle assicurazioni;
  • contributi associativi versati alle società di mutuo soccorso;
  • contributi previdenziali e assistenziali, comunicati dagli enti previdenziali;
  • contributi versati alla previdenza complementare comunicati dagli enti previdenziali;
  • spese per interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica;
  • spese per interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni dei condomini;
  • spese scolastiche ed erogazioni liberali agli istituti scolastici;
  • ecc.

Si tenga sempre conto del fatto che alcuni oneri sono detraibili altri invece deducibili.

Come attivare un salvadanaio nel 730 e avere un rimborso in busta paga per i prossimi 20 anni

Tra gli oneri sopra citati figurano anche i contributi versati alla previdenza complementare.

Infatti, l’articolo 8, comma 4, del decreto n. 252/2005 prevede che i contributi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro o committente, sia volontari sia dovuti in base a contratti o accordi collettivi, anche aziendali, alle forme di previdenza complementare, siano deducibili, ai sensi dell’articolo 10 del Tuir, dal reddito complessivo per un importo non superiore ad euro 5.164,57.

Questo è un limite annuale; significa che i contributi pagati oltre questa soglia non possono essere dedotti dal reddito.

Potrebbe però accadere che il lavoratore non sfrutti appieno il limite non massimizzando il risparmio ottenibile tramite 730 in busta paga.

Cosa succede in questi casi? E’ possibile rimandare agli anni successivi le quote di deduciibilità non sfruttate nel tempo per utilizzarle in futuro?

Ebbene, rispetto ai contributi versati alla previdenza complementare la risposta è positiva.

La previdenza complementare per avere un rimborso nelle buste paga future

La chance di crearsi un salvadanaio di deducibilità nel 730 da sfruttare poi in busta paga negli anni successivi riguarda i c.d. lavoratori di “prima occupazione”.

Chi sono i lavoratori di “prima occupazione”? 

Sono considerati tali i lavoratori che non erano ancora occupati alla data del 31 dicembre 2006.

O meglio coloro i quali a tale data:

  • non risultavano essere titolari di una posizione contributiva aperta presso un ente di previdenza obbligatoria;
  • dopo essersi iscritti a una qualsiasi previdenza obbligatoria, partecipano a forme di previdenza complementare, collettiva o individuale.

Dunque con posizione contributiva successiva alla suddetta data e iscrizione a una previdenza complementare è possibile sfruttare la quota di deducibilità non utilizzata nei primi 5 anni. Si veda il comma 6 dell’articolo 8, comma 4, del decreto n. 252/2005.

Come funzione l’extra plafond di deducibilità nel 730 per risparmiare in busta paga?

Come da circolare n° 70/2007 sulla previdenza complementare, l’obiettivo della norma in parola è quello di:

agevolare i soggetti di prima occupazione successiva al 1° gennaio 2007 che, nei primi cinque anni di partecipazione ad una forma di previdenza complementare, hanno effettuato versamenti per un importo inferiore al plafond di 5.164,57 euro, permettendo loro di costituirsi una adeguata prestazione pensionistica complementare.

Per questo viene concessa loro la possibilità, in caso di versamenti di contributi di importo inferiore al limite di deducibilità pari a 5.164,57 euro nei primi cinque anni di partecipazione, di conservare l’importo residuo delle deduzioni annuali di cui non si sono avvalsi e di utilizzare il plafond così accumulato entro i venti anni successivi.

Nei fatti la differenza tra l’importo dei contributi versati anno per anno (nei primi cinque anni) e il limite annuale di 5.164,57 euro non è definitivamente persa. Questa differenza che non è stata sfruttata anno per anno va a formare un salvadanaio. Ossia un ulteriore plafond di deducibilità, da utilizzare entro i venti anni successivi.

A partire dal sesto anno e fino al venticinquesimo anno successivo.

Dunque, in questo arco temporale il lavoratore potrà dedurre dal proprio reddito reddito complessivo i contributi versati a forme di previdenza complementare, in aggiunta al limite annuale di 5.164,57 euro e fino a concorrenza di euro 2.582,29 annui. Per il totale massimo quindi di 7.746,86 euro annui.

Ecco perché nel titolo parliamo di come attivare un salvadanaio nel 730 e avere un rimborso in busta paga per i prossimi 20 anni.

Riassumendo…

  • In dichiarazione dei redditi è possibile dedurre i contributi di previdenza complementare entro un limite annuo di 5.164,57 euro;
  • i lavoratori di prima occupazione possono accumulare i residui di deducibilità non sfruttati nei primi cinque anni di previdenza complementare;
  • il salvadanaio di deducibilità piò essere sfruttato a partire dal sesto anno e fino al venticinquesimo anno successivo di previdenza complementare.