Anche in Italia sta iniziando a diffondersi la cultura della birra: state pensando di aprire un birrificio? Ecco le tasse da pagare e che cosa bisogna sapere.

Birre italiane: il gusto amaro delle tasse

Stando ai di dati Annual Report di AssoBirra sulla produzione di birra dello scorso anno, l’Italia si conferma il decimo produttore in Europa anche se le prime posizioni Germania, Regno Unito e Polonia mantengono un forte distacco. Stupisce il posizionamento davanti a Paesi con una forte tradizione birraria come ad esempio Austria, Danimarca e Irlanda.

Il settore fa guadagnare allo Stato circa 4 miliardi di euro tra accise, Iva, imposte sui redditi e sui salari, contributi sociali etc. Per i produttori di birra la pressione fiscale è un freno all’assunzione: il 44% ammette che sarebbe pronto ad allargare il personale se le tasse fossero meno pesanti. Per rendere bene l’idea possiamo dire che ogni due sorsi di birra, uno lo beve il Fisco. I numeri parlano chiaro: negli ultimi dodici anni le accise sulla birra hanno fatto registrare un +117%. Nel contempo l’IVA è arrivata al 22%. La data che ha maggiormente pesato sulla mercato è stata ottobre 2013, in seguito all’entrata in vigore di due decreti legge in materia di beni culturali e di istruzione che hanno previsto l’aumento delle accise sulle bevande alcoliche già soggette a questa imposta, come ulteriore copertura finanziaria di alcune voci di spesa. In Italia, a differenza di quanto accade nel resto d’Europa, la birra è l’unica bevanda da pasto ad essere soggetta ad accisa. Questo ovviamente influisce negativamente sulle possibilità di concorrenza.

Aprire un birrificio conviene? Ecco come fare

In Italia oggi si contano circa 650 microbirrifici censiti e quasi un terzo sono nati nell’ultimo triennio, a riprova del fatto che siamo di fronte ad un mercato in espansione.

Analizzando più da vicino il fenomeno si scopre che la maggior parte è ben al di sotto dei 1.000 ettolitri di produzione quindi si tratta spesso di piccole realtà imprenditoriali a livello locale. E’ naturale quindi che l’investimento iniziale, comunque non indifferente, vari in base alla produzione che si intende realizzare. Se consideriamo un impianto di piccole dimensioni il costo quindi può essere contenuto soprattutto considerando che i macchinari si possono acquistare online usati. Sommando anche l’affitto di un capannone comunque difficilmente si sta sotto i 200 mila euro di investimento iniziale per aprire un birrificio artigianale. Ma l’aspetto che scoraggia di più è la burocrazia: allacci, permessi etc. Le norme,