Uno dei requisiti fondamentali per andare in pensione è quello di aver versato almeno 20 anni di contributi. In questo caso si può accedere al trattamento di vecchiaia al raggiungimento dei 67 anni di età.

E chi ha meno di 20 anni di contributi? Niente paura, gli anni di lavoro non vanno persi però è bene sapere che l’età anagrafica non sarà più di 67 anni, bensì di 71. In alcuni casi sono previste anche delle eccezioni come vedremo qui di seguito.

In pensione con meno di 20 anni di contributi

Una di queste eccezioni riguarda la pensione di invalidità, o meglio l’assegno ordinario di invalidità.

Si tratta di una indennità erogata mensilmente dall’Inps e calcolata sulla base dei contributi versati a prescindere dall’età anagrafica e dal limite dei 20 anni. Al raggiungimento dei requisiti per la pensione, l’indennità si trasforma in rendita definitiva.

A parte ciò, esistono alcune deroghe risalenti agli anni ’90 che permettono l’uscita anche con 15 anni di contributi. Una di queste è la deroga Amato che permette di ottenere la pensione di vecchiaia con almeno 15 anni di contributi a determinate condizioni meglio specificate in questo altro articolo.

Chi però non rientrasse nei parametri, può accedere alla pensione anche solo avendo versato 5 anni di contribuzione. La legge Fornero ha infatti introdotto questa possibilità per chi ha lavorato pochi anni, ma la pensione è liquidata solo col sistema contributivo. La misura è molto penalizzante poiché si può accedere alla pensione solo al raggiungimento dei 71 anni di età.

Il requisito minimo dei 5 anni

E per chi ha meno di 5 anni di contributi cosa succede? Ebbene la legge non consente l’accesso alla pensione in questi casi. Tuttavia, poiché tali contributi non possano essere restituiti e nemmeno si cancellano, al contribuente è concessa la possibilità di versare (col lavoro o col riscatto) contributi aggiuntivi per il raggiungimento della soglia minima dei 5 anni per ottenere la pensione di vecchiaia.

Anche in presenza di età anagrafica superiore ai 71 anni.

Nessuno vieta infatti agli anziani di continuare a lavorare o di svolgere attività retribuite che consentano loro una copertura previdenziale. Molti lavoratori autonomi, infatti, possono tranquillamente svolgere attività retribuite iscrivendosi alla gestione separata Inps che consente loro di raggiunger il traguardo della pensione.

Altra possibilità per recuperare tali contributi è quella di farli confluire in una diversa gestione pensionistica per la quale il soggetto ha diritto a percepire una pensione. In tal caso è bene informarsi sulle possibilità di totalizzazione, cumulo e ricongiunzione dei periodi assicurativi, anche all’estero.