In molti vorrebbero accedere al prepensionamento ma soltanto alcune persone riescono ad ottenerlo. In questa guida, ti spieghiamo come andare in pensione prima di 60 anni e quali sono i requisiti richiesti dalle varie misure attualmente in vigore in Italia.

Anticipare la pensione può essere più semplice, ad esempio, per coloro che hanno iniziato a lavorare molto giovani o che hanno raggiunto una certa soglia di contributi versati.

Mentre si discute su come riformare il sistema pensionistico nei prossimi anni, vediamo quali sono oggi le opzioni disponibili per il prepensionamento e quali lavoratori possono sperare di ritirarsi dal lavoro senza aspettare il compimento dei 67 anni di età previsti dalla Riforma Fornero.

Come andare in pensione anticipata prima di 60 anni

Grazie al decreto 4/2019 vengono mantenuti intatti i requisiti necessari per la pensione anticipata ordinaria.

Questo sistema (introdotto dalla Fornero), che ha sostituito la pensione di anzianità, non prevede un’età minima bensì la maturazione di:
– 42 anni e 10 mesi di contributi (uomini);
– 41 anni e 10 mesi di contributi (donne).

Considerando i numeri, non è semplice accedere al prepensionamento prima del compimento dei 60 anni ma non è neanche impossibile.
Può riuscirci il lavoratore precoce che ha iniziato la sua attività a 17 anni ed ha proseguito senza interruzioni maturando il requisito contributivo previsto. In tal modo, un uomo accederebbe alla pensione anticipata all’età di 59 anni e 10 mesi, mentre una donna all’età di 58 anni e 10 mesi.
L’introduzione di una finestra mobile trimestrale, a partire dal 1° gennaio 2019, prevede un’attesa di 3 mesi con relativo ritardo nella decorrenza dell’assegno.

Andare in pensione prima di 60 anni con la Quota 41: requisiti

Ad oggi, sono pochi i lavoratori precoci con meno di 60 anni che hanno la possibilità di ottenere il prepensionamento grazie alla cosiddetta Quota 41.

Per andare in pensione anticipata grazie a questa misura, servono i seguenti requisiti:

– maturazione di almeno 12 mesi di contribuzione prima di compiere i 19 anni di età;
– raggiungimento di 41 anni di contribuzione;
– appartenenza ad uno dei 5 profili di tutela: disoccupato (licenziato non a causa di naturale scadenza del contratto) che ha smesso di percepire la Naspi da 3 mesi, invalido al 74% o superiore, caregiver (che assiste familiari con grave disabilità da almeno 6 mesi secondo la Legge 104), addetto a mansioni usuranti o gravose.

Le condizioni disagiate personali descritte nell’ultimo requisito rientrano tra le categorie previste dall’Ape Sociale che, come quota 100, resterà in vigore fino al 2021.
Anche in questo caso, se una persona ha iniziato a lavorare all’età di 17 anni ed ha proseguito senza interrompere, grazie a Quota 41 potrebbe ottenere la pensione prima di 60 anni (ovvero all’età di 58 anni).

Da diverso tempo, si riflette sulla possibilità di concedere a tutti i lavoratori precoci l’opportunità di ottenere la pensione con Quota 41 ma, al momento, non ci sono novità concrete.

Terza alternativa per il gentil sesso: Opzione Donna

Come andare in pensione prima di 60 anni? La terza chance, riservata esclusivamente alle lavoratrici, si chiama Opzione Donna.
Per ottenere il prepensionamento con questa misura, la lavoratrice deve aver maturato i 35 anni di contributi versati all’età di 58 anni (in caso di dipendenti) o 59 anni (se autonome).

Tanto il requisito anagrafico quanto quello contributivo devono essere raggiunti entro il 31 dicembre 2018.
Le finestre mobili, in questo caso, prevedono un’attesa più lunga rispetto alle due misure precedenti: 12 mesi (per le dipendenti) e 18 mesi (per le autonome) dalla maturazione dei requisiti.
In più, la lavoratrice è tenuta ad accettare il ricalcolo dell’assegno con il sistema contributivo. Su questo punto (ricalcolo dell’assegno pensionistico), Opzione Donna penalizza rispetto alla pensione anticipata ed alla Quota 41.

Gli invalidi hanno diritto alla pensione di vecchiaia anticipata

La pensione di vecchiaia anticipata è rivolta esclusivamente ai lavoratori invalidi, per l’esattezza a dipendenti pubblici iscritti presso il Fondo pensioni lavoratori dipendenti e titolari di assegno ordinario d’invalidità (art.1 della L. n. 222/1984).

Questa categoria di lavoratori può accedere alla pensione di vecchiaia anticipata secondo certi requisiti:
– stato di invalidità non inferiore all’80%. I lavoratori invalidi sono tenuti a sottoporsi ad ulteriore visita di accertamento INPS per il riconoscimento della condizione di invalidità;
– 20 anni di contributi versati;
– compimento dei 55 anni (donne) e 60 anni (uomini) da adeguare alle finestre mobili di accesso ed all’aumento delle aspettative di vita.

L’assegno decorre dopo 3 mesi di aspettativa di vita e 12 mesi di finestra di accesso dalla data di maturazione dei requisiti (sanitari, contributivi, anagrafici). Quindi, facendo un rapido calcolo, mentre gli uomini riceveranno il primo assegno all’età di 61 anni e 3 mesi, soltanto le donne potranno andare in pensione prima di 60 anni con questo sistema. Più precisamente, le donne riceveranno l’assegno all’età di 56 anni e 3 mesi.

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