Andare in pensione nel 2024 prima di aver compiuto 67 anni è diventato più difficile. Il governo sta spingendo da tempo verso un ritorno alle regole Fornero, cioè quelle che prevedono in via quasi esclusiva il ritiro dal lavoro al raggiungimento dei requisti di vecchiaia. O, in alternativa, con il solo requisito contributivo di 42 anni e 10 mesi (12 mesi in meno per le donne). E ormai ci siamo.

Tutte le deroghe susseguitesi dal varo della riforma pensioni sotto il governo Monti nel 2012 non hanno fatto altro che appesantire i conti dell’Inps.

Al punto che adesso per porre rimedio all’instabilità del bilancio è necessario tagliare. Il conto la paga sempre chi viene dopo, mai chi ha goduto prima di vantaggi come quelli di Quota 100. Ma vediamo, in sintesi, come si può lasciare il lavoro oggi prima di aver compiuto 67 anni.

Come andare in pensione anticipata nel 2024 a 62anni di età

A parte i dipendenti delle forze armate e dell’ordine, oltre a certe categorie di lavoratori soggetti a usura per cui sono previste eccezioni, come si può andare in pensione prima dei 67 anni? La legge di bilancio poco ha cambiato dell’assetto pensionistico attuale rispetto allo scorso anno. Tuttavia ci sono alcune restrizioni atte a scoraggiare le pensioni anticipate.

Quota 103, ad esempio, che doveva terminare il 31 dicembre 2023, è stata prorogata di un altro anno, ma non è più conveniente. Uscire nel 2024 con 62 anni di età e 41 di contributi implica una perdita di soldi non indifferente perché il calcolo della pensione avviene esclusivamente con il metodo contributivo. Meno conveniente rispetto a quello misto previsto fino alla fine del 2023. Dunque, Quota 103 è diventata più penalizzante perché c’è da mettere in conto una perdita economica che può arrivare anche al 15-17%.

Non solo. L’importo della pensione anticipata con Quota 103 non potrà superare 4 volte il trattamento minimo Inps (circa 2.270 euro al mese).

Anche questa limitazione obbliga i lavoratori con una pensione superiore a desistere dal richiedere l’uscita anticipata a 61 anni di età. Infine, sono cambiate anche le finestre di uscita con tempi di attesa della pensione che si allungano rispettivamente a 7 mesi per i lavoratori privati e a 9 mesi per quelli pubblici.

Pensione anticipata solo per lavoratori fragili e in condizioni di disagio

Per il resto, andare in pensione anticipata rispetto alla vecchiaia è ormai prerogativa solo di persone in difficoltà o in condizioni di fragilità. Come i disoccupati, i licenziati, i dipendenti di aziende in crisi, gli invalidi, i caregiver o i lavoratori usuranti. Tutte categorie che la legge tutela con Ape Sociale e Opzione Donna.

Il requisiti anagrafico dell’anticipo pensionistico, però, sale da quest’anno di cinque mesi. Occorrono quindi 63 anni e 5 mesi per poter richiedere Ape Sociale. Restano, invece, invariati i requisiti contributivi: 30 anni per quasi tutti e 36 per i lavoratori gravosi, con possibilità di sconto fino a 2 anni per le lavoratrici con figli.

L’indennità è riconosciuta fino al raggiungimento dei requisiti della pensione ordinaria ed è corrisposta mensilmente per 12 volte per un importo massimo lordo di 1.500 euro al mese. Non rivalutatile, né integrabile al trattamento minimo di pensione.

Per le lavoratrici Opzione Donna sale di un anno

Tempi più lunghi anche per le lavoratrici che intendono accedere a Opzione Donna. Da quest’anno non bastano più 60 anni di età, ma ne servono 61 con possibilità di sconto fino a due anni per le donne con figli. Invariato il requisito contributivo che prevede il versamento di almeno 35 anni di contributi. Così come quello soggettivo che prevede il possesso di particolari condizioni di fragilità (invalide, caregiver, licenziate o dipendenti di aziende in crisi.

Riassumendo…

  • Sempre minori le possibilità di andare in pensione prima dei 67 anni di età.
  • La legge di bilancio taglia ancora le pensioni anticipate alzando il requisito anagrafico.
  • Andare in pensione a 62 anni (Quota 103) diventa penalizzante dal 2024.