Il nostro Paese, una delle economie più importanti dell’Unione Europea, ha affrontato (e continua a farlo) varie sfide economiche negli ultimi decenni, tra cui una persistente alta disoccupazione.

Influenzata da diversi fattori strutturali e ciclici, tra le principali cause, troviamo la rigidità del mercato del lavoro, che ostacola l’ingresso di nuovi lavoratori, soprattutto giovani e donne.

Il fenomeno ha profondi impatti sia economici che sociali. Economicamente, riduce il potenziale produttivo del paese e limita la crescita del PIL.

Socialmente, contribuisce all’instabilità e alla precarietà, influenzando negativamente la qualità della vita e aumentando il rischio di povertà.

Diverse le misure messe in campo per sostenere chi è disoccupato. C’è ad esempio la NASPI, ossia l’indennità mensile riconosciuta (dietro domanda) a chi ha perso involontariamente il lavoro. L’indennità spetta a chi è disoccupato e non a chi è inoccupato, Questo presuppone l’esistenza di un precedente rapporto di lavoro che poi è venuto a mancare.

Più è avanzata l’età del disoccupato più difficile è il reinserimento lavorativo. Il disoccupato di 40 anni ha più probabilità di trovare un nuovo lavoro rispetto a chi è disoccupato a 55 anni. Chi ha 55 anni, dopo aver lavorato per anni per poi ritrovarsi senza lavoro, il più delle volte invece di cercare un nuovo impiego cerca di capire se c’è qualche strada per arrivare quanto prima alla pensione.

Andare in pensione nel 2024 da disoccupato è possibile. Vediamo quando e con quali requisiti.

Gli effetti della disoccupazione

Le difficoltà affrontate dai disoccupati si estendono ben oltre la semplice mancanza di un reddito. La disoccupazione porta con sé una serie di implicazioni sociali che possono avere effetti devastanti sull’individuo e sulla società nel suo complesso.

Sul piano personale, la disoccupazione può causare un significativo deterioramento della salute mentale, inclusi stress, ansia e depressione. La perdita del lavoro spesso erode l’autostima e può portare a un senso di isolamento sociale.

Senza una routine quotidiana e il senso di scopo che il lavoro può fornire, molti disoccupati si sentono disconnessi dalla società.

Queste condizioni psicologiche avverse sono aggravate dall’insicurezza economica. Senza un ingresso stabile, i disoccupati possono trovarsi in difficoltà nel far fronte alle spese quotidiane. Le famiglie colpite dalla disoccupazione possono sperimentare tensioni crescenti, che possono portare a conflitti interni e a un impatto negativo sul benessere dei bambini.

Sul piano sociale, la disoccupazione prolungata può contribuire a creare divisioni e disparità nella società. I disoccupati possono essere percepiti negativamente, etichettati come non volenterosi o incapaci di lavorare, il che può portare a stigmatizzazione e discriminazione. Questo stigma può rendere ancora più difficile per i disoccupati trovare nuove opportunità di lavoro, creando un ciclo vizioso che è difficile da rompere.

Inoltre, la disoccupazione può portare a una maggiore dipendenza dai servizi sociali e di sostegno, mettendo ulteriore pressione sui sistemi di welfare già sovraccarichi.

Per mitigare tutti questi effetti, è cruciale che le politiche pubbliche indirizzino non solo la necessità di creare opportunità di lavoro, ma anche di fornire un supporto adeguato a chi perde il lavoro, aiutando così a mantenere la coesione sociale e a promuovere una ripresa equa e inclusiva.

Andare in pensione da disoccupato nel 2024: requisiti e domanda

Tra le misure messe in campo in Italia, come anticipato, per chi è senza lavoro, c’è ad esempio la NASPI. C’è anche il c.d. bonus disoccupati (ovvero bonus SaR). Ma il legislatore non chiude le porte alla possibilità di una pensione anticipata.

C’è la possibilità di andarsene in pensione nel 2024 facendo domanda per APE SOCIALE. Si tratta della chance di ritirarsi dal mondo del lavoro e che “accompagna” i richiedenti fino all’età prevista per la pensione di vecchiaia (attualmente fissata a 67 anni).

Tra coloro che possono sfruttare questa strada rientrano anche i disoccupati. Tuttavia, non tutti i disoccupati ma coloro che lo sono a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, oppure per scadenza del termine del contratto a tempo determinato con almeno 18 mesi di lavoro negli ultimi 3 anni, e che abbiano terminato di fruire integralmente l’indennità di disoccupazione spettante.

Richiesto anche un numero minimo di anzianità contributiva. Servono almeno 30 anni di contributi. Per le lavoratrici madri è prevista una riduzione del requisito contributivo. Detta riduzione è di 12 mesi per ogni figlio, fino a un limite massimo di 2 anni.

Richiesto anche il requisito anagrafico. Nel 2024, per poter andare in pensione da disoccupato con APE SOCIAL, occorre aver compiuto almeno 63 anni e 5 mesi di età. Nel 2023 erano sufficienti 63 anni, senza gli ulteriori 5 mesi.

Per chi ha tutti i requisiti, può andarsene in pensione facendo domanda all’INPS (anche tramite patronato). Sono previste tre scadenze di domanda APE SOCIAL per il 2024, ossia 31 marzo, 15 luglio e 30 novembre.

Riassumendo…

  • chi è disoccupato può avere la NASPI dall’INPS
  • esiste anche la possibilità di fare domanda di pensione anticipata
  • per andare in pensione da disoccupato nel 2024 è necessario avere un minimo di anzianità contributiva e un’età anagrafica di 63 anni e 5 mesi
  • è possibile fare domanda all’INPS entro scadenze specificamente individuate.