In pensione a 58 anni nel 2023: un sogno o una realtà possibile? In Italia le pensioni si prendono nel 99% dei casi dopo i 60 anni di età. La stragrande maggioranza delle prestazioni previdenziali oggi in vigore prevede un’età pensionabile successiva al compimento del sessantesimo anno di età. In alcuni rari casi però sarà possibile sfruttare alcune misure che consentono pensionamenti anticipati prima dei 60, quindi rendono possibile andare in pensione a 58 anni. La cosa da dire però è che si tratta In molti casi di misure difficilmente utilizzabili se non con carriere lunghissime di contributi versati.

Ed In altri casi si tratta di misure che prevedono forti penalizzazioni di assegno. 

“Gentile redazione, vi volevo porre un quesito che riguarda la mia situazione contributiva per un eventuale mia pensione futura. Ho compiuto da poco 58 anni di età è lavoro da anni come manovale edile. Avendo già 38 anni di contributi versati, ci sono possibilità di accedere alla pensione nel 2023 per il sottoscritto?

Pensione a 58 anni, ecco alcuni chiarimenti 

Non ci sono quesiti sulle pensioni che possono avere delle risposte semplici, soprattutto in una fase come questa. Con il governo interessato da una nuova legislatura e con una riforma delle pensioni di cui da anni si parla ma che ancora deve vedere i natali, le risposte sono poche. Ad oggi ci sono diverse vecchie misure, che continueranno ad operare anche nel 2023, mentre altre spariranno. Inoltre tutte quelle misure di cui tanto si parla, come per esempio opzione uomo o quota 41 per tutti, sono tutte solo ipotesi. Si tratta di proposte più o meno ufficiali che partiti e tecnici hanno prodotto. Ad occhio per il nostro lettore le possibilità di pensionamento nel 2023 non ce ne sono. Questo perché anche se è abbondante la sua carriera contributiva, ha una età troppo giovane per potergli consentire di accedere alla pensione. 

Pensione a 58 anni difficile se non si arriva a carriere lunghe e duratura, anche con alcuni figurativi 

A 58 anni di età è davvero difficile poter lasciare il lavoro, a meno che non si rientra in determinate misure di pensionamento anticipato e si riesce a completare la carriera utile a queste misure.

Per il nostro lettore che ha 38 anni di contributi versati, l’obiettivo forse più vicino sarebbe quello della pensione anticipata ordinaria o della quota 41 per i precoci. Infatti mancano da 3 a 5 anni di lavoro al nostro lettore per poter arrivare a quelle soglie. Strumenti per riempire una carriera lavorativa senza dover necessariamente passare dal lavoro ce ne sono. Ma bisogna vedere se il diretto interessato ha queste possibilità. Cumulo o riscatto per esempio, sono strumenti utili per consentire a chi insegue una pensione di potervi accedere. Se il nostro lettore ha degli anni di contribuzione versata in casse previdenziali diverse dall’Assicurazione generale obbligatoria (AGO) dell’INPS, può verificare questa possibilità. Oppure se ha dei contributi da riscattare, come possono essere quelli per il corso di laurea. 

Le pensioni senza limiti di età sono la soluzione più facile per anticipare la pensione 

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pensione anticipata contributiva

 

Resta il fatto che per accedere alla pensione prima di 60 anni di età le vie sono sostanzialmente due e cioè la pensione anticipata ordinaria e la quota 41 per i precoci. La prima si centra con 42 anni e 10 mesi di contributi versati, e non conta l’età anagrafica. La seconda invece con 41 anni di contributi versati di cui uno prima dei 19 anni di età anche se versato disco continuamente. Essendo edile il nostro lettore rientra nel perimetro di quota 41 come lavoro gravoso. In entrambi i casi e per entrambe le misure servono 35 anni di contribuzione effettiva del lavoro, contribuzione quindi neutra rispetto a disoccupazione e malattia e i loro contributi figurativi.

 

Donne e invalidi prima dei 60 anni, ma nel 2023 anche gli uomini? 

Ci sono misure però che prevedono età di uscita prima dei 60 anni. Escono a 56 anni di età coloro i quali sono stati riconosciuti invalidi da parte delle commissioni mediche dell’INPS in misura pari ad almeno l’80% e con soli 20 anni di contributi versati. In questo caso la misura si chiama pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile. Infatti conta una disabilità accertata dalle competenti commissioni INPS che possono confermare una riduzione della capacità lavorativa del diretto interessato, in relazione alle mansioni e alle attività svolte durante la carriera lavorativa. Ma a 56 anni di età con questa misura potranno uscire nel 2023 s

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pensione anticipata contributiva

oltanto le donne. Perché la misura per gli uomini prevede un’età superiore e quindi si parte dai 61 anni.  

Opzione donna diventa opzione per tutti?
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Per le donne inoltre fino al 31 dicembre 2022 c’è opzione donna, che consente l’uscita a 58 anni di età per le dipendenti e a 59 anni di età per le autonome. Tutti però con almeno 35 anni di contributi versati. Fosse è stata una misura aperta anche agli uomini, il nostro lettore avrebbe buone chance di andare in pensione nel 2023. Infatti tra le novità che dovrebbe introdurre il governo c’è la conferma di opzione donna. Alcune indiscrezioni sostengono che questa misura potrebbe essere aperta anche agli uomini. Aprire la possibilità di pensionamento anche agli uomini, con le soglie di opzione donna, aprirebbe a scenari davvero interessanti per chi insegue una pensione. Resterebbe intatto anche la penalizzazione di assegno che oggi subiscono le donne e che è nell’ordine del 30/35%. Taglio che come tutti sanno è dovuto al calcolo contributivo della prestazione.